Generazione Z e chirurgia plastica: la ricerca della bellezza perfetta

I social media hanno dato il via

social media (TikTok e Instagram, in particolare) hanno svolto un ruolo importante nella diffusione e democratizzazione di trattamenti estetici come Botox e filler per le labbra tipo il lip flip. L’hashtag #lipflip per i video di ventenni o under 20 che condividono le loro esperienze, compresi i prima e i dopo, ha attualmente 71,3 milioni di visualizzazioni. Le cliniche e i medici hanno visto la crescita di contenuti incentrati sui trattamenti estetici anche sui social media e li stanno usando per potenziare le proprie attività. Il medico Dmitriy Schwarzburg di Skinly Aesthetics ha affermato che c’è un maggiore ritorno se si investe sui più giovani perché non si limitano a creare contenuti, ma li condividono.

«Si diffondono in modo virale – ha detto Schwarzburg – I loro amici, i loro conoscenti, le persone che non conoscono, tutti condividono i loro contenuti. I miei clienti più anziani non lo fanno, quindi i post essenzialmente si fermano con loro».

Un grande cambiamento

Questo interesse a valanga ha contribuito a cambiare il modo in cui i consumatori più giovani pensano alla bellezza in generale. Sebbene la Gen-Z voglia chiaramente ottenere determinati look, i più giovani  sono anche molto più interessati alla risoluzione dei problemi e alla prevenzione che a coprire le imperfezioni. Sono davvero consapevoli che non esiste un make-up che possa rendere la pelle perfetta. Si ottiene solo con trattamenti e chirurgia estetica e si mantiene solo con prodotti specifici. Anche i medici, come Kay Durairaj, vendono soluzioni per continuare la cura della pelle a casa, dopo trattamenti e interventi. Per questo motivo, l’approccio della Gen-Z al trucco è più come una ricerca artistica che un modo per coprire o correggere le imperfezioni (leggi anche Ringiovanire lo sguardo con filler per ogni età: le diverse soluzioni).

Generazione Botox, è boom di filler tra gli under 18: “I genitori li credono regali come altri” – HuffPost Italia (huffingtonpost.it)

Commenta