Da quanto si apprende da alcune fonti vicine al Governo, sembra che verrà rinviato a domani il Consiglio dei Ministri previsto per questa sera, avente ad oggetto le nuove misure Covid. Alla Camera, questa mattina, non sono è stato raggiunto il numero minimo di voti per l’approvazione delle risoluzioni del Ministro della Salute, Roberto Speranza. Il voto era necessario per l’approvazione del decreto legge con le nuove misure anti-Covid e prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio, stato d’emergenza che scadrebbe proprio domani.
A breve distanza dal referendum, il fatto fa storcere il naso a molti e naturalmente serve un assist ai leader dell’opposizione. In prima fila Matteo Salvini e Giorgia Meloni, dai quali provengono accuse di instabilità e poca serietà, accuse rinforzate in ragione della tematica delicata e di pubblico interesse. D’altra parte, dalla frangia “giallorossa” provengono accuse nei confronti dell’opposizione, con l’accusa di Stefano Ceccanti di una volontà dell’opposizione di boicottare il Parlamento per far venir meno il numero legale per il voto.
Al di là del tradizionale scaricabarile, l’attuale stato dei fatti, seppur riguardante un provvedimento prettamente procedurale, la cui urgenza può essere tamponata da un intervento prorogativo del Presidente del Consiglio, non mette in buona luce il ruolo del Parlamento.
La questione acquisisce ancora più rilevanza in considerazione delle accuse mosse nei confronti del Presidente del Consiglio Conte riguardo all’utilizzo a detta di molti “spropositato” dello strumento del Dpcm e delle accuse di aver sostanzialmente scavalcato il Parlamento. L’episodio di oggi non costituisce certo una buona pubblicità a favore della necessità di un coinvolgimento maggiore di quest’ultimo.
Si è sfogata Mariastella Gelmini contro l’attuale Presidente del Consiglio, pretendendo che questi interpelli il Parlamento direttamente, presentando in prima persona i contenuti delle nuove risoluzioni ed i motivi per la proroga dello stato d’emergenza. Va specificato che buona parte dell’assenteismo parlamentare deriva da una scelta “tutelativa” di molti nei confronti del virus, tuttavia, va specificato anche che era presente la possibilità di effettuare una votazione a distanza, scelta ignorata da molti.
Cosa prevederà il nuovo Dpcm?
Si hanno poi alcune indiscrezioni in merito al contenuto del futuro Dpcm, che dovrebbe istituire, secondo alcune indiscrezioni, l’obbligo di portare semore con sé la mascherina valevole su tutto il territorio nazionale. Sembrano invece da smentirsi le voci secondo le quali il Governo sarebbe sul punto di imporre una nuova stretta su alcune attività produttive, come bar e ristoranti.
Ultima menzione per le Regioni, le quali potranno derogare le misure previste a livello nazionale solamente imponendo misure più restrittive. La possibilità di derogare nel senso opposto viene subordinata all’ottenimento di un parere tecnico-scientifico. Notevole dunque la differenza rispetto all’impostazione contenuta nel precedente decreto legge, nel quale la possibilità di deroga per le Regioni era più libera.
È evidente dunque che in corrispondenza all’aumentare dei casi, il Governo abbia deciso di avocare a sé maggiori spazi di azione, privandone le Regioni. I contenuti del nuovo Dpcm saranno resi pubblici entro venerdì.
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