Happy Days 43 anni fa la prima puntata

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Il 15 gennaio 1974 è stata trasmessa negli Stati Uniti la prima puntata di una serie che ha fatto la storia della televisione: “Happy Days”. Un telefilm basato su una  “struttura-tipo”, della famiglia Americana che viveva la propria giornata tra amici, i problemi adolescenziali, l’amore, la quotidianità degli anni a scuola, il bullismo, tematiche ancora attuali. Ho detto struttura tipo riferendomi ad un modo di “vedere” nelle case degli Americani degli anni settanta, rifacendosi già allora, ad un purismo di qualche anno prima, che già non c’era più.  Dalla Serie hanno preso spunto  tante altre sit-com, che  nel tempo non hanno saputo rimanere comunque nella memoria, come solo Happy Days ha saputo fare.

Erano tempi in cui in TV non c’erano tanti telefilm, nella quantità e nei generi adolescenziali a cui si rivolgeva tale format. C’erano principalmente i generi polizieschi, o di avventure del vecchio west. In Happy Days tutto era quasi fumettistico, c’erano traccie di umorismo, e buoni sentimenti. Al termine di ogni puntata rimaneva comunque il buonumore.

La Famiglia Bradford”, “Happy Days” , “Love Boat“, “La Casa nella Prateria” successivamente “Saranno Famosi” e pochi altri hanno saputo segnare i pomeriggi di una generazione di adolescenti ancora non interconnessi, non whatsappati o poco telefonati di trent’anni fa.

caninghamSi viveva delle avventure di Fonzie con la sua moto e le tante ragazze, del suo amico un po’ secchione con una famiglia alle spalle, che era Richie. C’era una compagnia di burloni un po’ tonti che amavano comunque divertirsi. La figura più normale di tutta la compagine era il Papà di Richie, Il signor Cunningham, Tom Bosley, con il suo negozio di ferramenta, che alla fin fine appariva buffo nella sua ordinarietà. La mamma Marion era la classica casalinga, che amava sostenere e appoggiare le scelte del marito e comunque sempre disponibile, nel suo mondo. Un mondo e un tempo – gli anni 50′ che non esistono veramente più. L’ambientazione era perfetta, i personaggi calzavano e vivevano un tempo di sogni e ambizioni.

In Italia è arrivato con qualche tempo di ritardo nel 1977,  ma le 11 stagioni di Happy Days sono diventata un cult anche qui da noi. Con i Richie Cunningham, sono arrivati i vari  Potsie, Ralph, Joanie-“Sottiletta”, e poi ancora Fonzie, Arnold’s e tanti altri.

Ogni tanto è bello rivederli e ritornare un po’ bambini.  Poi, invece, la rete ci mostra come gli attori che interpretavano i nostri idoli, sono diventati, e allora la realtà torna a irrompere in quel momento di tenerezza fatta di sapori, odori, orari e sensazioni che non ci sono più.

Sopratutto irrompono in casa mia i moderni I Thunderman, I Carly e Victorius, molto più demenziali e esasperati,  che hanno comunque qualcosa in loro di quel modello (struttura-tipo) di 43 anni fa. Hanno perso la genuinità di un tempo. Ma in fondo è anche vero che i nostri figli non sono come eravamo noi e anche le trasmissioni e i modelli sono adeguati ad un tempo veloce e reattivo che brucia tutto. Rimangono alcuni valori, l’amicizia e ancora la ricerca del prevalere del bene sul male. Qualcosa s’è perso per la strada, ma in verità l’abbiamo perso un po’ tutti.

Sono passati 43 anni, i personaggi sono diventati memoria della televisione e del cinema e gli attori stanno inevitabilmente diventando Grandi, come noi che li abbiamo vissuti….

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Henry Winkler, Ron Howard, Marion Ross, Erin Moran e Tom Bosley e ancora Donny Most e Anson Williams.

Però io me la ricordo ancora a casa dei miei genitori, quando un po’ prima di cena partiva la sigla, e anche se ancora non avevo finito i compiti andavo in cucina a vedermi  Happy days…. e la nostalgia torna….

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fonzie

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