Dalla segnalazione de
Le Iene sui casi di Blue Whale arrivati anche in Italia, l’attenzione della Polizia, della scuola e delle famiglie è diventata più assidua e all’ordine del giorno. A volte si tratta solo di emulazione, a volte – forse – di reali casi di ragazzini presi nel vortice del gioco della morte. Ma non tutto quello che abbiamo visto è reale anche se questo non vuol dire che non esista il problema legato al
Blue Whale come anche ad altri giochi di autolesionismo. Cominciamo dal principio.
Il Blue Whale, come abbiamo già specificatamente raccontato in un articolo tempo fa, è una sfida social che porta alla morte. Attraverso meccanismi psicologici indurrebbe i giovani che prendono parte al “gioco” a fare sfide cruente giorno dopo giorno, fino all’epilogo che si conclude con il suicidio. In Italia se ne parla ma non è ancora provato che ci siano stati casi di suicidio legati al Blue Whale. Si sta indagando sul primo possibile curatore italiano, un ragazzino di 16 anni calabrese ma più di questo non è ancora certo nulla.
E allora cosa è successo nel programma de Le Iene dove addirittura un ragazzino dichiarava che il suo amico quindicenne si era suicidato buttandosi da un grattacielo a Livorno proprio per concludere il gioco dei 50 giorni? Matteo Viviani, l’autore del servizio de Le Iene riguardante il Blue Whale, ha rilasciato una intervista al Fatto Quotidiano, dove ha ammesso di non aver fatto tutte le verifiche necessarie sui video mandati in onda, ma ciò non toglie nulla sulla reale esistenza del Blue Whale. Come ben specificato nel video mandato in onda da Le Iene, le scene rappresentate erano cruente, mostrando il suicidio dei giovani associati al Blue Whale. “Me li ha girati una tv russa – dice –, ma erano esplicativi di quello di cui parlava il servizio. Cambiava qualcosa se mettevo un voice over di 4 secondi in cui dicevo che quei video non erano collegati a Blue Whale?“. Quindi video veri ma che nulla avevano a che fare con il gioco della morte, così come anche non veritiero il collegamento del caso di Livorno ma Viviani si giustifica: “Abbiamo premesso che il legame con Blue Whale era la versione del suo amico e che era solo il punto di partenza“.
Grazie ad Andrea Rossi (di ”Alici come prima”), sono stati analizzati i video mostrati nello speciale de Le Iene pubblicati integralmente poi sul sito LiveLeak.com: come dichiarato da Viviani uno dei video è realmente stato girato in Russia ma senza alcun riferimento a Blue Whale. Il secondo è invece cinese dove il suicidio è reale ma è stata una conseguenza di una delusione d’amore e il terzo, cosa ancora più grave, sarebbe un montaggio, un falso… si tratta del video delle tre ragazze di cui due suicide una dopo l’altra mentre la terza sta li a guardare.
Ricordiamo comunque che di siti e gruppi che istighino all’autolesionismo e al suicidio è comunque purtroppo cosa reale, che si chiamino o meno Blue Whale. Attenzione quindi a cosa ci accade intorno, senza abbassare nuovamente la guardia. Il fatto che i video utilizzati nel programma de Le Iene fossero dei falsi almeno in parte o comunque non collegati al Blue Whale non scagiona l’esistenza del gioco, non si tratta quindi di una puntata creta su fatti irreali.
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