Spaventa l’aggressività del branco. Non ci si può salvare: sette contro uno, per una banalità che fa rabbrividire. Un bravissimo ragazzo ha perso la vita per colpa di una banale lite per una bevanda. Ora sono due le persone fermate nella notte dai Carabinieri della compagnia di Alatri per l’omicidio di Emanuele Morganti, 20 anni, picchiato fuori da un locale della cittadina in provincia di Frosinone, mentre difendeva la fidanzata. La sua agonia è durata due giorni, poi la morte. I due sono stati rintracciati a Roma e sottoposti a fermo di indiziato di delitto, ma gli indagati in totale sono sette.
“La vicenda di una gravità spaventosa perché per motivi banali, una lite di una bevanda, si è arrivati alla morte di un ragazzo innocente e perbene. Tutto nato da un diverbio in discoteca non con un ragazzo albanese“, dichiara il Procuratore Capo di Frosinone Giuseppe De Falco.
“Le due persone fermate gravitano in ambienti delinquenziali, e non escludiamo che abbiano inteso affermare una propria capacità di controllo del territorio, e stiamo verificando se il comportamento violento sia stato determinato anche da abuso di alcool e sostanze stupefacenti“, ha detto il procuratore capo Giuseppe de Falco in conferenza stampa. “Una volta fuori da locale e in posti diversi ci sono state più aggressioni da parte di alcune persone, aggressioni con modalità diverse ed intensità diverse“, ha proseguito. “Dopo la prima aggressione Emanuele ha cercato di allontanarsi ed è stato seguito poi è ritornato per prendere la ragazza ed è stato nuovamente aggredito“.
Anche se le armi utilizzate nel pestaggio non sono state trovate si pensa possano essere stati usati un un manganello e un tubolare. “Nonostante indizi concreti sui due fermati, c’è ancora molto da investigare – ha aggiunto il Procuratore – abbiamo sentito una decina di persone e le versioni sono contrastanti, stiamo ricostruendo tutto per capire chi è stato coinvolto nelle aggressioni“.
Anche le immagini delle telecamere sono state esaminate dagli investigatori.
Il Sindaco di Alatri, Giuseppe Morini, ha lanciato un appello: “Chi sa parli. Invito tutti a dire la verità, a collaborare con gli inquirenti. Alatri non deve essere omertosa. Fuori da quel locale c’erano tante persone, ma nessuno ha fermato gli aggressori o contenuto la terribile barbarie, è terribile“.
Sul suo profilo Facebook, la ragazza di Emanuele scrive: “Non riesco ancora a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Una morte così. Ricordo uno dei tuoi ultimi messaggi di venerdì pomeriggio: ‘ti amo più di ogni altra cosa’ . E continuerò a ricordarlo per sempre, come continuerò a ricordare anche te. Ti amo e lo farò per sempre“.
Una lite nata per difendere la fidanzata, oggetto di battute pesanti da parte di un giovane albanese, forse ubriaco. Dopo le parole sono arrivati i pestaggi, fuori dalla discoteca, aggredito da diverse persone. Il ragazzo è arrivato in eliambulanza al Policlinico Umberto Primo di Roma, ma nonostante l’operazione i medici non sono riusciti a salvarlo.
Secondo i testimoni gli aggressori erano tutti più o meno coetanei della vittima. Uno di loro, il più aggressivo, avrebbe utilizzato un oggetto di ferro per colpirlo. Colpi che hanno causato fratture multiple al cranio e alla cervicale, ferite mortali.
Dopo le testimonianze dei presenti sono 9 i giovani al centro delle indagini, italiani e stranieri. Secondo le ricostruzioni intorno alle 2 di notte il giovane era al bancone della discoteca insieme alla ragazza, quando si é avvicinato un ragazzo albanese che ha iniziato a importunare la fidanzata di Morganti. Dopo la sua reazione è scoppiata una lite. I buttafuori hanno portato i due giovani fuori dal locale, dove gli amici dell’albanese avrebbero cominciato a colpire Morganti con calci e pugni, sotto lo sguardo terrorizzato di chi stava intorno. Uno degli aggressori avrebbe poi preso un oggetto di ferro colpendo la vittima alla testa. Dapprima il ragazzo è stato portato all’ospedale San Benedetto di Alatri, dove è stata riscontrata emorragia cerebrale e poi trasportato in elicottero a Roma. La morte è arrivata dopo 36 lunghissime ore di agonia.
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