Il cartellino si timbra con un’app, ma attenzione alla privacy

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Sono purtroppo notizie quasi all’ordine del giorno quelle che nel corso degli ultimi anni sono state diffuse relative ai comuni di diverse parti d’Italia dove i cosiddetti “furbetti del cartellino”, dipendenti pubblici con poca voglia di lavorare, si recavano presso il posto di lavoro e timbravano il cartellino, preferendo però dedicarsi ad altre attività piuttosto che fare ciò per cui venivano pagati, situazioni che hanno creato veri e propri scandali soprattutto in un periodo storico in cui il lavoro è diventato più un privilegio che un diritto.

Non stupisce che in una situazione del genere aziende private decidano di rendere ancora più semplice questo processo, integrandolo all’interno degli smartphone, dispositivi ormai diventati parte integrante della vita di milioni di italiani. Ed ecco quindi che arriva un nuovo sistema pensato appositamente per consentire ai dipendenti di timbrare il cartellino direttamente attraverso un’app per smartphone, purchè le aziende adottino le necessarie misure per mantenere al sicuro la privacy dei dipendenti.

La novità è stata messa in evidenza dalla richiesta, effettuata da due società appartenenti ad un gruppo che si occupa di ricerca, selezione e somministrazione di lavoro a tempo determinato, di adottare un nuovo sistema per timbrare il cartellino che sfrutta un’app per smartphone per rendere ancora più veloce il processo di identificazione dei dipendenti che lavorano presso altre aziende o si trovano spesso fuori dalla sede principale, nel momento in cui la giornata di lavoro inizia e si conclude.

L’app in questione si basa sui dati di geolocalizzazione che identifica la posizione del dipendente, segnando l’orario di entrata e uscita dal lavoro. Se apparentemente l’app può risultare utile per semplificare ancora di più questo processo, molte possono essere le incognite in tema di privacy, ed è per questo che il Garante della Privacy ha approvato l’adozione di questo sistema, purchè si adottino una serie di misure a protezione della privacy dei lavoratori.

Secondo il Garante è necessario, innanzitutto, che le aziende attraverso l’app possano conservare esclusivamente i dati relativi alla posizione della sede di lavoro oltre a data e orario, mentre invece dovranno cancellare eventuali dati relativi alla posizione del dipendente. Allo stesso modo l’app dovrà mostrare un’icona nel momento in cui il sistema di localizzazione è attivo, e l’applicazione non dovrà trattare altri tipi di dati come i messaggi inviati, il credito telefonico o la posta elettronica. Fondamentale sarà, infine, che i dipendenti delle aziende che adotteranno questo nuovo sistema vengano adeguatamente informati delle informazioni raccolte e del funzionamento dell’app, e che l’utilizzo dell’app venga notificato al Garante della Privacy con i dettagli delle operazioni che verranno compiute attraverso l’app.

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