L’Europa si risveglia dallo shock del Brexit e inizia le sue analisi…
A dire il vero, credo, non ci sia stato quasi nessuno, nel mondo, che in questi giorni non si sia chiesto come cambierà lo scenario geopolitico globale dopo l’esito del referendum britannico.
“The day after” … lo abbiamo tutti passato a riprenderci dalla notizia e quasi tutti i commentatori o testate giornalistiche hanno parlato di “Pancia” della Gran Bretagna, di conflitto generazionale che ha contrapposto una classe media di persone anziane che hanno reagito all’austerity europea votando “leave”, rispetto ai giovani… più europeisti che hanno votato “rermain”. Hanno parlato di conflitto tra la City, tra le grandi città legate all’economia, e il territorio diffuso delle periferie e delle campagne inglesi che hanno scelto di ribellarsi al dominio economico e bancario votando “leave”.
Hanno parlato di incredibile e inaspettato esito del referendum…
Ma è mai possibile che quando si indice un referendum non si sospetti poi che l’esito potrebbe essere anche quello di rispondere “leave”? … nessuno aveva preso poi così seriamente questa eventualità?
E questo …. Dopo tre anni che era stato indetto il referendum!?!
Potrebbe , invece, essere stato un tempo piuttosto sufficiente per immaginare tutti i vari scenari configurabili… ?
E sicuramente questo è stato il vero atteggiamento di fondo che i grandi mercati e i poteri forti devono avere tenuto… forse … riflettendo più della stessa politica britannica o europea.
Insomma non è possibile che si parli di “shock” … può andare bene per me , persona comune della strada, ma non certo per la grande politica!
Per cui il leitmotiv di Junker “out is out” mi sembra anche un po’ pleonastico: come se lo dicesse più per convincere se stesso che per lanciare un messaggio!
Certo l’altolà alla Gran Bretagna per far capire che l’Europa non è un Albergo e che non si può fare avanti ed indietro… lo darebbe qualsiasi moglie al marito fedifrago…
Oggi più che mai si sentono gli effetti di una politica europea dura… dove le classi medie di molti paesi sono state spremute fino all’ultima goccia da una Europa insensibile alle richieste di tregua provenienti dal basso delle popolazioni.
Questo è un prezzo altissimo che tutti noi stiamo pagando dal 1989… e che si è concretizzato con la politica dell’austerity, ma siccome ormai si va avanti così da tanto tempo e ci siamo abituati… si capisce che non possiamo dare il peso dell’uscita della GB dalla UE principalmente a questa ragione.
Io non rimarrei più a lungo sulla questione “pancia” del paese!
Insomma di solito la domanda è : Qui prodest? A chi giova?
Le previsioni dicono che forse nel giro di qualche anno si sentiranno gli effetti sull’economia reale britannica e la gente comincerà a scontare gli effetti dell’uscita dalla Comunità… quindi forse non giova neanche cosi tanto alle stesse persone che hanno votato “leave”…
Euro scetticismo e populismo
L’asse del potere europeo chiaramente si sbilancia verso la Germania , che assumerà ( come già fatto per la questione Greca) il ruolo guida per le future decisioni che andranno prese.
Ma l’effetto potrebbe essere quello di catalizzare ulteriormente le reazioni degli altri paesi europei in cui i movimenti nazionalistici stanno acquistando forza , dove prevale un sentimento di euroscetticismo e le correnti populiste riescono a fare presa con maggior vigore.
Ma allora potremmo svegliarci con nuove ed “inaspettate” sorprese… di nuovi referendum?!? Poi verrebbe da chiedersi come è mai possibile? Dobbiamo imparare dall’esperienza britannica e non dare nulla per scontato … visto che non si riesce a vedere bene il vantaggio dell’appartenere a questa comunità nei ceti medio – bassi delle popolazioni di paesi da sempre aderenti all’UE.
Certo se L’unione europea dovesse ulteriormente frammentarsi anche l’America dovrebbe faticare un bel po’ per contrattare con ogni singolo paese… su accordi commerciali bilaterali. E vedrebbe affacciarsi in Europa altri interlocutori temibili:
Ricordiamoci della Russia … l’uscita della GB segnerà probabilmente un riavvicinamento a Putin da parte dell’Europa per motivi energetici. Ricordiamo che il 22 giugno scadeva l’embargo alla Russia per la questione ucraina.
Ma forse chi più giova della riconquistata autonomia britannica è proprio la Cina.
Infatti Londra è diventato il secondo mercato per la valuta cinese, e i grossi investimenti sostenuti sul territorio inglese lo dimostrano: dovrebbe sorgere anche un terzo polo finanziario ( dopo la City e dopo Canary Warf) nelle vicinanze del “City Airport” tutto basato su capitali cinesi.
Insomma ci sono davanti ben due anni in cui la posizione “ambigua” in or out dell’Inghilterra permetterà al mercato cinese di avere rapporti commerciali e finanziari fuori dai vincoli comunitari , ma con un paese ancora all’interno della EU.
… e se alla fine dei due anni fosse indetto un nuovo referendum per rimanere all’interno della Comunità? Non sarebbe facile… anche perché il mandato di Junker dura cinque anni dal 2014 al 2019… per cui ci sarebbe una opposizione ferma fra due anni da parte della Presidenza della Commissione Europea, ma siamo abituati alle sorprese inaspettate.
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