Migliaia sono in tutto il mondo i siti web che offrono l’accesso a contenuti per adulti, che si tratti di veri e propri film o semplici video amatoriali, generando un mercato che fa girare ogni anno cifre impressionanti contribuendo a mettere in crisi il tradizionale settore della pornografia, ormai sostituito sempre più dai contenuti online, con centinaia di milioni di utilizzatori in ogni parte del mondo, di qualsiasi età e condizione sociale.
Un elemento che, tuttavia, non manca di scatenare polemiche in tutto il mondo è il fatto che, spesso e volentieri, a fruire dei contenuti per adulti possano essere minorenni che hanno libero accesso alla rete e, di conseguenza, anche ai portali web che offrono contenuti pornografici, ed è proprio per combattere questo fenomeno ed impedire che ciò si verifichi che dal Regno Unito arriva una proposta che non ha mancato di scatenare molte discussioni. La creazione di un database che consenta di identificare i fruitori di porno online nel paese, per impedire che i minorenni possano accedervi.
Non è certo una novità che ad accedere ai contenuti per adulti siano spesso adolescenti che non hanno ancora raggiunto la maggiore età, e in tal senso il Regno Unito è considerato uno dei paesi in cui si accede maggiormente ai porno online, e di certo le misure di sicurezza adottate da questi portali per impedire l’utilizzo da parte di minorenni, si limitano solo ad una schermata iniziale che chiede all’utente di confermare la propria età.
Controversa, tuttavia, risulta una proposta di legge presentata nel Regno Unito di recente, nata con l’intento di impedire che i minorenni possano accedere online ai contenuti per adulti. Per fare questo, tuttavia, sarebbe necessario creare una sorta di database degli utilizzatori di porno online che permette ad ognuno di ricevere un codice personale di identificazione. I portali web che non dovessero adeguarsi alle regole, secondo la proposta, verrebbero di fatto oscurati nel paese, impedendo l’accesso a chiunque.
Considerata la natura della proposta di legge, non sono mancate le voci contrarie a partire dall’associazione a protezione della privacy Open Rights Group, che sottolinea come la creazione di un database di amanti dei porno potrebbe attirare l’attenzione di hacker e cyber-criminali e, nel caso in cui non dovesse essere protetto adeguatamente, i dati rubati potrebbero finire online e rovinare la vita di intere famiglie. A questo si aggiunge anche il fatto che un sistema di verifica del genere potrebbe essere anche aggirato non riuscendo comunque ad impedire l’utilizzo da parte di minori di 18 anni.
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