Il 26 maggio del 1989 ci lasciava Donald George Revie, da tutti conosciuto come Don Revie. Nato nel 1927 in Inghilterra, nella città di Middlesbourgh, egli è tuttora uno dei personaggi più famosi del calcio britannico.
Attaccante di ruolo, Don Revie trascorse la sua carriera da calciatore vestendo le maglie del Leicester, dell’Hull City, del Manchester City, del Sunderland e del Leeds United, squadra che segnò il punto di svolta della sua vita. Infatti a Leeds Revie chiuse la sua esperienza da calciatore e intraprese quella da allenatore.
Ed è proprio il ruolo di coach ad avergli regalato una fama così forte da non poter essere scalfita neanche a distanza di oltre 30 anni dalla sua morte.
Tuttavia, prima di iniziare a parlare dei suoi tempi di gloria, appare doveroso anticipare che non tutti lo ricordano allo stesso modo, essendo la figura di Don Revie molto controversa, soprattutto quando messa a confronto con quella di Brian Clough. E, come stiamo per vedere, tale paragone ha accompagnato la carriera di questi due allenatori per tutta la loro vita, cosicchè uno è diventato la nemesi dell’altro e, come spesso accade in casi analoghi, è impossibile richiamare alla memoria il primo senza che l’immagine del secondo appaia sullo sfondo.
Nelle 13 stagioni passate sulla panchina del Leeds Don Revie ha accumulato una notevole serie di successi, sia a livello nazionale che internazionale, portando la propria squadra a vincere, tra le altre cose, 2 campionati, 1 FA Cup e 2 Coppe delle Fiere.
Egli divenne dunque l’idolo dei suoi giocatori e della gente di Leeds, venendo considerato il vero artefice di una così impressionante sfilza di vittorie.
Nel 1974 Don Revie ricevette però la chiamata della nazionale inglese e, intuibilmente, quando sono i “Lions” a chiamare è impensabile dire no. Così, la dirigenza del Leeds si trovò improvvisamente in emergenza, dovendo sostituire da un giorno all’altro un allenatore così carismatico e vincente.
La scelta cadde proprio sull’emergente Brian Clough, il quale era però odiato da tutto l’ambiente del Leeds perché non aveva mai mancato di rivolgere parole dure e di condanna proprio nei confronti di Revie e della sua visione del calcio, improntata alla ricerca della vittoria secondo il principio del “whatever it takes”, senza quindi risparmiare scorrettezze e gioco sporco.
Clough invece mirava a vincere esprimendo un bel calcio, obiettivo racchiuso nella frase da egli pronunciata durante un celeberrimo confronto col rivale avvenuto davanti alle telecamere:” Voglio vincere meglio di te”.
Ed è proprio con queste poche parole che la contesa tra Revie e Clough può essere spiegata. Vi sono due filosofie opposte ad entrare in rotta di collisione, filosofie incentrate sull’annosa domanda se possa esistere davvero un modo migliore e uno peggiore per ottenere la vittoria o se, al contrario, la vittoria è di per sé sufficiente per qualificare in maniera positiva quanto mostrato in campo.
Sulla panchina inglese Don Revie non ebbe molta fortuna, mancando addirittura la qualificazione agli Europei del 1976. I mass media non furono dunque generosi con lui e gli fecero piovere addosso numerose critiche.
Ma non per questo il suo ricordo è sbiadito: infatti, aldilà dei risultati conseguiti, Don Revie e la sua rivalità con Clough sono stati gli araldi di quella che è diventata col tempo la disputa filosofica-sportiva che infervora maggiormente, ancora oggi, i salotti degli appassionati di calcio e di sport in generale.
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