Il ritorno del Topless nelle spiagge italiane, e non solo, con i nuovi costumi minimal

Glutei e seno, ma anche altre parti del corpo devono necessariamente  essere schermate dai raggi UV con cura. Per assicurarsi che la tintarella non si trasformi in una scottatura o ancor peggio in tutte quelle manifestazioni cutanee anche molto pericolose ormai note, la pelle deve essere protetta ed idratata.  Negli anni settanta e ottanta, un po’ per moda, un po’ per ribellione a quanto imposto dalla società, le donne si sono liberate delle costrizioni, e hanno “tagliato” e ridotto sensibilmente la quantità di stoffa a coprire il corpo. Costumi sgambati, reggiseni piccolissimi, fino ad eliminarli del tutto. Negli stessi anni si svilupparono molto anche in Italia le spiagge Naturiste e quello che è rimasto un fenomeno abbastanza isolato dl nudismo, ma comunque uno specchio del tempo, che si è evoluto quale cultura ed ha raggiunto un certo equilibrio dopo i riconoscimenti, le tutele e limitazioni del caso. Non un fatto di “costume”, ma una filosofia. Il Topless è altra cosa. Avere un decolté in tinta con il resto del corpo nei vestiti, oppure un colore uniforme in tutto il corpo è sicuramente esteticamente più bello. Ma va fatto con attenzione.

Seno e glutei sono aree delicate che non sono esposte al sole con la frequenza delle altre parti del corpo per cui facilmente possono subire scottature. I raggi ultravioletti (UV) del sole possono causare danni alla pelle, come invecchiamento precoce, macchie solari, secchezza e, in casi gravi, aumentare il rischio di sviluppare il cancro della pelle.

Prendere il sole in zone normalmente non esposte aumenta il rischio di bruciature solari, perché più delicata e quindi  più sensibile ai raggi UV. Al contempo l’esposizione prolungata al sole può causare la comparsa di rughe, rilassamento cutaneo e macchie solari.

L’esposizione continua e non protetta ai raggi UV del sole aumenta il rischio di sviluppare il cancro della pelle, tra cui il melanoma, il carcinoma basocellulare e il carcinoma squamoso.

Nuovi studi ci indicano che l’esposizione al sole può rappresentare un fattore protettivo nei confronti della più diffusa forma di cancro femminile. Il sole, infatti, stimola la produzione di vitamina D che potrebbe ridurre il rischio di sviluppare la malattia. Diverse ricerche che hanno comparato le probabilità di ammalarsi di tumore al seno in donne che trascorrevano molto tempo all’aria aperta e in altre che si esponevano poco al sole hanno evidenziato un minor rischio di tumore nel primo gruppo. Tuttavia è difficile dire se questi benefici sono prodotti da uno stile di vita più attivo nelle donne che trascorrevano tempo all’aria aperta o effettivamente dall’azione del sole. (www.fondazioneveronesi.it)

Importante è quindi proteggere le zone più delicate attraverso fattori di protezione solare (FPS): evitare le ore “di picco di radiazione UV”, cioè le ore più calde della giornata.

La protezione dai raggi, la non esposizione o la corretta esposizione (prime ore della mattina e ardo pomeriggio) aiutano colorito e salute. Il sole infatti è anche fonte per assimilare la vitamina D, quindi è un alleato della bellezza e della salute, ma va usato correttamente.

Tornando ai nostri Topless del 2024, sono tornati, tanti e giovani. Fino a poco tempo fa erano le ragazze degli anni ottanta che si ostinavano ad abbronzarsi, a carbonizzarsi sotto il sole. Si spera ora che cultura ed esperienza sia arrivata a chi ha piacere di prendere il sole in maggiore libertà. Ci sono  creme e stick da usare più volte durante l’esposizione. L’area dei capezzoli è ovviamente la più delicata, ma la spugna del seno anche va protetta, così come il famoso Lato B, che da quest’anno per i nuovi costumi sfoggiati, mette maggiormente in mostra zone un tempo coperte. Anche là, 50+ di protezione per evitare fastidiose bruciature.

 

Bentornati quindi, ma con le dovute precauzioni

 


 

la pratica del topless in spiaggia,  secondo JC Kaufmann, sociologo: “I seni nudi sono carinissimi, sì, attirano l’attenzione ma sono fatti per essere guardati, è ipocrita fingere che gli uomini possano guardare questa parte del corpo in modo neutro, essendo il seno un segnale di forte sessualità femminile, così come i glutei”. Poi il discorso si fa più serio e ci parla di riconoscimento della libertà, dell’abbattimento della sessualità, con la banalizzazione del nudo che quando c’è non si vede più, ma va avanti ancora …

Gli Americani stanno avanti. Hanno legiferato anche in materia di Topless. Nello Stato di New York  dal 1992, una  legge statale consente alle donne di mostrarsi in topless nei luoghi pubblici in cui agli uomini è consentito farlo. Nel Maine, dal  2019, una legge  consente esplicitamente alle donne di mostrarsi in topless in pubblico. Nel Vermont una sentenza della Corte Suprema dello Stato del 1998 ha sancito il diritto al topless, garantito dalla costituzione dello Stato in materia di libertà di espressione.

In Italia il Topless non è vietato là dove questo non vada a turbare la decenza pubblica. Varia la rilevanza per i luoghi ove viene praticato – in spiaggia, ma certo non ovunque, rispettando gli specifici divieti che possono essere presenti che riguardino  il pudore e la morale. Si rischia la denuncia per  “atti osceni in luogo pubblico” (con relativa sanzione amministrativa).

 

 

Commenta