In Italia, l’accesso alla psicoterapia rappresenta ancora una sfida per molte persone, sia a causa della carenza di risorse che per motivi economici. Tuttavia, nonostante questi ostacoli strutturali, si è osservato un aumento significativo della domanda di supporto psicologico, specialmente tra le nuove generazioni. Questa consapevolezza crescente riguardo alla salute mentale è stata accelerata dalla crisi pandemica, che ha evidenziato l’importanza di investire nei servizi di assistenza psicologica.
Nel 2022, il governo italiano ha introdotto il Bonus Psicologo nella speranza di colmare il divario tra richieste e risorse nel settore della salute mentale. Tuttavia, nonostante gli sforzi, i risultati sono stati deludenti e molte richieste di assistenza psicologica sono rimaste senza risposta. Su 400.000 domande presentate, il Bonus ha potuto soddisfare solo 41.000 richieste.
Nonostante ciò, l’interesse dell’opinione pubblica per la salute mentale continua a crescere, indicando che la società sta progredendo nella lotta contro lo stigma associato alla psicoterapia.
Silvia Wang, co-founder di Serenis – una startup specializzata nell’assistenza psicologica online – commenta così la situazione legata al bonus e in generale al tema del benessere mentale in Italia: “È un’iniziativa benintenzionata, ma a nostro giudizio rivela alcuni problemi culturali. Il primo: lo Stato pensa di risolvere il problema della salute mentale dando un bonus, come se la salute mentale fosse accessoria. In realtà, la salute mentale dovrebbe avere la stessa dignità di ogni altra questione sanitaria, quindi essere offerta gratuitamente in forma pubblica. Il secondo: la mancanza di consapevolezza. L’iniziativa, per com’è stata pensata, presenta molte note stonate: un meccanismo farraginoso, risorse ripartite per popolazione invece che per bisogno e tempi lunghissimi. Persino il nome è improprio: il bonus psicologo non può essere usato da uno psicologo, inoltre psicologo e psicoterapeuta non sono sinonimi. Anche per noi che ci lavoriamo dentro non è facile orientarsi tra la terminologia, i confini tra le professioni e le aree di intervento. Il problema è sempre lo stesso: manca la cultura”.
In questo contesto, Serenis ha elaborato una lista di 10 consigli per coloro che desiderano intraprendere un percorso di psicoterapia, anche da remoto. Eccoli qui:
- Scegliere un ambiente confortevole e riservato per sentirsi a proprio agio nell’aprirsi al proprio terapeuta.
- Mostrare disponibilità al cambiamento e collaborazione con il terapeuta per raggiungere insieme gli obiettivi prefissati.
- Regolare la luminosità dello schermo del dispositivo per evitare l’affaticamento degli occhi durante le sessioni online.
- Creare una postazione comoda e priva di distrazioni per mantenere alta la concentrazione durante il dialogo con lo specialista.
- Parlare apertamente senza paura di giudizi, esprimendo dubbi, paure e sensazioni.
- Prendersi il proprio tempo, evitando di affrettare il percorso di cura.
- Se non si sente un’immediata sintonia con il terapeuta, è possibile discuterne apertamente e cercare un punto di incontro.
- Il tempo e il dialogo costante sono fondamentali per instaurare un rapporto di fiducia profondo con il proprio terapeuta.
Per coloro che non possono accedere al Bonus Psicologo o sostenere i costi di una terapia a pagamento, Serenis offre alcune soluzioni di supporto gratuito:
- Per i maggiori di età, vi sono a disposizione due linee di assistenza psicologica attive 24 ore su 24: Progetto Itaca (al numero 800 274 274) e Croce Rossa (al numero 1520). Per i minori di età, sono disponibili sulla rete nazionale dei consultori (aperti a tutti, non solo alle donne) e Telefono Azzurro (dai 13 ai 18 anni), raggiungibile tramite chat o al numero 19696.
- Inoltre, per le donne è presente anche MamaChat, un canale gratuito e anonimo che fornisce supporto a coloro che si trovano in situazioni difficili.
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