Lo scorso 15 marzo a Roma, come nel resto del mondo, flotte di studenti sono scese in piazza per supportare Greta Eleonora Thunberg Ernman, una sedicenne svedese che nell’ultimo anno ha manifestato, da sola, davanti al Parlamento Svedese per sensibilizzare i suoi connazionali ai problemi ecologici dovuti all’inquinamento ambientale. Giovani di tutto il mondo hanno risposto al suo appello e hanno deciso di manifestare contro i cambiamenti climatici. La manifestazione, denominata Fridays For Future, è stata però largamente criticata perché vista solo come un pretesto per saltare un giorno di scuola. Sul web impazzano video interviste di studenti ai quali viene chiesto cosa siano i cambiamenti climatici e che non sanno rispondere. Non tutti gli studenti che erano presenti però erano ignoranti in materia, e molti di loro, nel loro piccolo, cercano da tempo di trovare soluzioni al problema dell’inquinamento ambientale.
Arianna, una studentessa di 19 anni di Maccarese, afferma che “così tante giovani hanno deciso di protestare perché quella del clima è diventata ormai una questione troppo evidente. Sicuramente è stato fondamentale l’esempio di Greta”. Arianna inoltre non vede l’inquinamento ambientale solo come un problema ambientalista ma come un problema politico da dover risolvere al più presto. Arianna è convinta che non basti manifestare, ovviamente, per risolvere il problema, ma che debbano essere presi provvedimenti politici che mirino a sensibilizzare specialmente le nuove generazioni. Alla mia domanda, “cosa risponderesti a coloro che criticano i ragazzi che hanno deciso di manifestare il 15 marzo, affermando che quegli stessi ragazzi sono coloro che continuano ad inquinare l’ambiente”, Arianna mi ha risposto che “schierarsi contro questa manifestazione non conviene a nessuno, perché l’ambiente è uno e di tutti”. Arianna ha poi aggiunto che “forse è vero che non tutti i ragazzi li presenti fossero ambientalisti” e che anche lei, che nel suo piccolo prova a riciclare il più possibile, non si definisce tale. Arianna è convinta però che è importante realizzare la gravità della situazione, senza dover essere necessariamente ambientalisti super convinti.
Giada, una ragazza di 17 anni, ha deciso di partecipare alla manifestazione Fridays For Future perché è consapevole che questo pianeta sta morendo. Una delle cose che più l’ha spaventato è stata scoprire che gli orsi polari, malnutriti, hanno iniziato a praticare cannibalismo. Mi ha rivelato che questa scoperta è stata una delle maggiori cause per cui ha deciso di partecipare alla manifestazione. Quando le ho chiesto quali azioni nel piccolo ha intenzione di intraprendere per esser più eco-friendly, mi ha rivelato che le piacerebbe cambiare il suo stile di vita, e che ha sentito parlare di “dentifricio solido” e che vorrebbe provarlo, in quanto non inquina, visto che non si trova in un tubetto di plastica. Giada crede che se ognuno nel suo piccolo iniziasse a rispettare l’ambiente, il mondo in cui vivremmo sarebbe migliore.
Giulia, una studentessa diciassettenne, mi ha svelato che lei cerca tutti i giorni di combattere l’inquinamento attraverso il riciclo di vari materiali, l’utilizzo controllato di acqua e lo spreco limitato di cibo e altre risorse. Giulia si è sentita orgogliosa di aver partecipato a questa manifestazione, specialmente perché ha avuto la possibilità di far parte di qualcosa di più grande di lei.
Federica ha deciso di protestare per “scuotere” le menti delle persone che ancora non hanno capito che la Terra sta arrivando ad un punto di non ritorno, e che non abbiamo un altro pianeta su cui andare a vivere.
Federica mi ha confessato che già presta attenzione in casa a non sprecare luce e acqua, effettua la raccolta differenziata, utilizza i mezzi pubblici, non usa spray inquinanti e certamente non getto cartacce a terra. Ha però deciso di poter fare ancora di più, prestando attenzione a gettare i mozziconi delle sigarette solo nei cestini e, se non ci sono, tenerseli nel pacchetto fino a quando non ne trova uno.
Non tutti i ragazzi presenti alla manifestazione del 15 marzo cercavano solo un pretesto per saltare solo un giorno di scuola. Molti di loro, anche se nel loro piccolo, vogliono cercare di salvare il nostro pianeta e vogliono sensibilizzare tutti a temi sensibili come il cambiamento climatico e l’inquinamento ambientale. È fondamentale ricordarsi che non esiste “un Planet B,” come recitavano molti cartelli alla manifestazione, e che l’utilizzo sfrenato delle risorse ambientali può causare danni irreversibili.
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