Nonostante le novità nella riforma del Testo Unico sul pubblico impiego per quanto riguarda il superamento del precariato storico, la situazione del personale precario dell’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sembra precipitare in una situazione ancora più complicata.
In molti, ora, si trovano in una situazione delicatissima con contratti appena scaduti o in procinto di esserlo entro fine giugno. Diventa così surreale l’ipotesi di non rinnovo o proroga per i contratti di 93 precari dell’Ente dopo tanti anni di servizio prestato, poiché l’anzianità media è di almeno 10 anni. Personale in pianta stabile di servizio che ora rischia di essere mandato a casa, cosa inaccettabile a detta della USB. Senza contare poi che l’amministrazione quasi sicuramente si ritroverebbe con numerosi contenziosi giudiziari aperti e la risoluzione quasi certa della condanna al pagamento delle spese e alla stabilizzazione.
Per questi motivi la sede romana dell’Ispra è stata occupata dal 22 maggio dai ricercatori precari che protestano contro i licenziamenti e si appellano alle stabilizzazioni della ministra Marianna Madia.
Dopo il flash mob del 16 maggio, durante la successiva assemblea convocata da USB i lavoratori hanno deciso di rispondere con l’occupazione alla scelta dei vertici di licenziare i precari in scadenza. Dopo il via libera alle stabilizzazioni inserite nel nuovo Testo Unico sul Pubblico Impiego la dirigenza ISPRA ha proceduto al primo licenziamento di una ricercatrice in scadenza nella sede di Palermo.
Le richieste degli occupanti
Immediata sospensione dei licenziamenti, reintegro della precaria licenziata, apertura di un tavolo che programmi la stabilizzazione dei precari secondo la norma Madia.
Foto e fonte: USB PI Ricerca
Video:
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