ISTAT 2024: L’Italia in crisi demografica, il tasso di natalità ai minimi storici

L’ISTAT ha pubblicato il report sugli indicatori demografici del 2024, confermando una tendenza che ormai si ripete anno dopo anno: il calo demografico continua senza segni di arresto. Il numero di nascite è ancora in diminuzione, il tasso di fecondità ha raggiunto un nuovo minimo storico e il saldo naturale tra nascite e decessi rimane fortemente negativo.

Se già la percezione del problema era chiara, la diffusione di dati ufficiali da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica rende ancora più evidente la gravità della situazione, fotografando un Paese in progressiva contrazione demografica, con ripercussioni significative sul tessuto sociale ed economico.

Natalità in caduta libera: l’Italia sempre più anziana

Il calo delle nascite prosegue inesorabile: nel 2024 sono stati registrati 370mila nuovi nati, un decremento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Questa diminuzione si traduce in un ulteriore impoverimento della popolazione italiana, che ora conta 58 milioni e 934mila abitanti, scendendo sotto la soglia dei 59 milioni.

Uno degli aspetti più preoccupanti è la continua flessione del tasso di fecondità, che nel 2024 è crollato a 1,18 figli per donna, battendo il precedente record negativo di 1,19 del 1995 e scendendo ulteriormente rispetto al già critico 1,20 del 2023.

A rendere il quadro ancora più complesso è l’evoluzione nella composizione delle famiglie italiane:

  • Le coppie con figli rappresentano ormai solo il 29,2% del totale, segno di un cambiamento strutturale nelle scelte di vita delle nuove generazioni.
  • Le famiglie unipersonali (single) continuano a crescere, arrivando a costituire il 36,2% del totale, contro il 25,5% di vent’anni fa.
  • Le coppie senza figli, invece, restano su valori stabili.

Questi dati evidenziano un Paese in cui fare figli è sempre più un’eccezione e non la regola, con conseguenze allarmanti sulla sostenibilità del welfare, del sistema pensionistico e del mercato del lavoro.

Le politiche per la natalità non bastano: l’adozione internazionale come soluzione dimenticata

Nonostante gli sforzi per incentivare la natalità attraverso misure di sostegno alle famiglie, come l’assegno unico e gli incentivi alla genitorialità, i risultati ottenuti sono ancora molto lontani dall’invertire la rotta.

Ma se sul fronte delle nascite naturali almeno si sta cercando di intervenire, il tema dell’adozione internazionale resta gravemente sottovalutato. Eppure, potrebbe rappresentare una risorsa fondamentale sia dal punto di vista numerico sia come messaggio culturale di apertura e accoglienza.

Secondo Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini ETS, l’adozione internazionale potrebbe dare un contributo significativo al riequilibrio demografico, se solo venisse supportata da politiche adeguate.

“Se ci fosse un’attenzione concreta da parte della politica, come avvenuto per la fecondazione assistita che è stata resa gratuita in tutte le regioni, le adozioni internazionali potrebbero crescere in modo esponenziale. Oggi, in Italia, si contano solo poche centinaia di adozioni all’anno, ma potrebbero diventare migliaia se ci fosse un sostegno economico e normativo adeguato. La gratuità dell’adozione sarebbe un primo passo essenziale.”

Un investimento sostenibile per un impatto significativo

Secondo le stime di Ai.Bi., basterebbero circa 15 milioni di euro per sostenere 700 famiglie nell’adozione di almeno 1.000 minori provenienti dall’estero. Questi bambini diventerebbero immediatamente figli e cittadini italiani, contribuendo a rallentare il declino demografico e arricchendo il tessuto sociale del Paese.

Ma per rendere davvero efficace il sistema delle adozioni internazionali, sarebbe necessario anche un intervento nei Paesi di origine dei minori abbandonati, facilitando le procedure di dichiarazione di adottabilità. Oggi, infatti, nei milioni di bambini orfani o abbandonati nel mondo, solo una minima parte può essere adottata a causa di iter burocratici complessi e spesso paralizzanti.

Serve una volontà politica per agire

Le soluzioni per contrastare la crisi demografica non mancano: servono politiche coraggiose, incentivi strutturali e una strategia a lungo termine.

Investire sull’adozione internazionale non significa solo offrire una speranza a migliaia di bambini senza famiglia, ma anche contribuire a dare nuovo slancio al tessuto sociale ed economico italiano. Tuttavia, tutto questo richiede una volontà politica chiara, che fino ad oggi è mancata.

Se non si interverrà con misure concrete, il rischio è che l’Italia continui su un sentiero di declino irreversibile, con una popolazione sempre più anziana e una natalità sempre più insufficiente a garantire la sostenibilità del Paese nel lungo periodo.

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