La pellicola realizzata con le alghe e gli altri progetti della Blue Economy

La Blue Economy è un modello economico che mira a costruire un ecosistema sostenibile, attraverso la salvaguardia dei mari e gli oceani e la realizzazione di un tipo di pesca che si ponga a tutela dell’ambiente. L’economia blu rappresenta un’evoluzione del concetto di green economy, oltrepassando l’idea di riduzione delle emissioni di CO2 e puntando alla totale eliminazione di queste ultime. Questo modello, teorizzato da Gunter Pauli nel libro The Blue Economy: 10 years, 100 Innovations. 100 Million Jobs, cerca di impiegare materiali già esistenti in natura, con un quantitativo di investimenti inferiore e un ricavo maggiore. La struttura dell’economia blu riprende concettualmente il principio di biomimesi, ovvero il funzionamento della natura, dove non viene sprecato nulla, dove tutto si rigenera e anche gli scarti vengono convertiti in materie prime.

La Commissione Europea si è mossa attivamente per incentivare l’economia blu sostenibile nell’Unione Europea, immettendo nella propria agenda alcuni obiettivi fondamentali, tra cui il conseguimento della neutralità climatica e dell’inquinamento zero, il passaggio a un’economia circolare, la salvaguardia  della biodiversità, la garanzia di una produzione alimentare sostenibile e il miglioramento della gestione dello spazio marittimo. La Blue Economy dell’Unione Europea riguarda tutti i settori legati allo sfruttamento marino, sia nei mari che sulla terraferma, e rappresenta uno stimolo importantissimo per raggiungere i traguardi inclusi nel Green Deal europeo. Come ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal: “Degli oceani in salute sono un prerequisito indispensabile per un’economia blu fiorente. Inquinamento, pesca eccessiva e distruzione degli habitat, associati agli effetti della crisi climatica, sono tutti fattori che minacciano la ricca biodiversità marina da cui dipende l’economia blu. Dobbiamo cambiare atteggiamento e sviluppare un’economia blu sostenibile in cui protezione ambientale e attività economiche procedono di pari passo.”

Durante il 2021 partiranno interessanti progetti connessi alla Blue Economy. Due ricercatori dell’Imperial College di Londra, Rodrigo Garcia Gonzalez e Pierre Paslier, hanno dato vita a Notpla, una startup che si occupa della produzione di una pellicola monouso per il packaging interamente ricavata dalla lavorazione dell’alga bruna. Algama, invece, ha studiato una tecnologia per ricavare proteine dalle micro alghe, sostanze che verranno poi utilizzate sia in ambito alimentare che per la produzione di ulteriori prodotti. Ÿnsect, azienda francese, utilizza le proteine degli insetti per produrre mangime per animali, cercando di limitare il fenomeno dello sfruttamento dei pesci, impiegati per il mercato dell’acquacoltura. Infatti, l’eliminazione della pesca indiscriminata, dell’inquinamento da plastica e del degrado dei fondali marini sono tra i principali obiettivi dei progetti della Blue Economy.

 

 

 

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