La nuova linea adottata dalla Corea del Nord e dal suo leader Kim Jong-un si concentra sulla “guerra” per combattere il pensiero “reazionario”: vietati jeans attillati, tagli di capelli non tradizionali e film stranieri. Queste sono le abitudini proibite da Kim Jong-un in quanto ritenute emblema dello “stile di vita capitalista”, che deve essere contrastato affinché non si affermi nel Paese. Proprio in Corea del Nord nel mese di maggio è stata introdotta una regolamentazione in materia, che fissa pene severe per chi non segue queste linee di condotta: dalla pena di morte alla chiusura in campi di lavoro e di rieducazione.
Il Rodong Sinmun, giornale ufficiale del Comitato centrale del Partito del Lavoro di Corea, ha riportato la notizia di una lettera, scritta da Kim Jong-un lo scorso mese, destinata alla Lega della gioventù, che aveva come oggetto la propaganda di repressione di “condotte sgradevoli, individualiste e anti socialiste” tra i giovani per fermare “il linguaggio straniero”, le acconciature e i vestiti che ha descritto come “pericolosi”, anzi “veleni” per la tenuta della società. In questo modo, al blocco di internet e dei social media già in vigore, si sono aggiunti come ulteriori divieti i jeans attillati, le acconciature ritenute non standard, i film stranieri e altre pratiche assimilabili allo stile di vita capitalista, come l’uso dei piercing. Limitazioni che vengono imposte ai giovani nordcoreani per impedire loro di adottare stili di vita e tendenze occidentali.
Secondo quanto riportato dal Daily NK, giornale online che ha sede in Corea del Sud ma si occupa di questioni relative alla Corea del Nord tramite una serie di informatori, tre giovani nord coreani sono stati costretti ad entrare in un campo di rieducazione, per aver adottato un taglio di capelli assimilabile a gruppi sudcoreani K-pop e per aver indossato pantaloni corti. Ben più grave sembrerebbe la punizione per coloro che detengono materiale audiovisivo di origine straniera, i quali rischiano la pena di morte. Le sanzioni vengono imposte non solo ai responsabili della violazione, ma nel caso dei ragazzi anche ai propri genitori, o nel caso di un lavoratore al proprio direttore.
Il malcontento popolare, generato dalla gestione della pandemia e dai dati non chiari riguardo le morti da Covid, potrebbe aumentare con l’arrivo delle informazioni dall’estero, e Kim Jong-un sta cercando di muoversi per bloccare questa tendenza.
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