La siccità: la nostra terra è sempre più a rischio

La siccità in Italia sta mettendo a dura prova la nostra terra. Se, il 2022 è passato nella storia come l’anno della siccità nel nostro Paese, nel 2023 quest’emergenza non è finita. Causa di tutto ciò è la triste realtà del cambiamento climatico, ormai presente dal 1800. L’inizio risale con l’arrivo dell’industrializzazione, fondata sull’uso dei combustibili fossili che ha avviato a produrre grandi quantità di gas terra nell’atmosfera.


Il 2022 è stato un anno secco, con scarse precipitazioni e caratterizzato da un’estate molto calda. Di solito, ottobre e novembre sono mesi statisticamente più piovosi: ma ciò non è successo. La situazione è stata peggiorata con le temperature più alte, che hanno seccato ancor di più il suolo, rendendolo arido e poco permeabile alle minime precipitazioni che ci sono state. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) ha calcolato un calo del 30 per cento rispetto al periodo 1991-2020. Il Nord-Ovest, parte del Nord-Est, del Centro e della Sicilia sud-orientale sono le zone in cui ha piovuto meno, rendendo così il 2022 l’anno storico per la climatologia.


Il 2023 si è aperto con poca neve e ciò non solo è preoccupante per il turismo, ma soprattutto per il ruolo fondamentale che la neve riveste per il nostro terreno. Questa, utilizzata come riserva d’acqua, si accumula nei mesi più piovosi e freddi per poi sciogliersi quando fa più caldo, scendendo a valle assicurando il rifornimento di risorse idriche nei mesi in cui serve di più. Secondo i calcoli del Centro internazionale in Monitoraggio ambientale (Cima), la neve può corrispondere a oltre il 60 per cento dell’acqua che scorre annualmente nei fiumi italiani: attualmente mancano circa 4 miliardi di metri cubi di quest’acqua.


L’allarme è stato lanciato anche dall’associazione nazionale dei consorzi di bacino (Anbi), che ha indetto necessario dare il via ad interventi per aumentare le risorse d’acqua. Altri interventi sono stati proposti dal WWF come: lo stop dei fossili, ridurre il consumo di suolo e promuovere l’agroecologia.
Proprio il 1° marzo alle 11.30, si potrà riuscire a capire che verso prenderà la questione, in quanto si riunirà il tavolo interministeriale per l’emergenza siccità, diretto dalla premier Giorgia Meloni e composto dai rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture, dell’Agricoltura, degli Affari europei e del Dipartimento per la Protezione civile.


Se il 2022 è passato nella storia come anno record dell’emergenza siccità nel nostro Paese, il 2023 potrebbe diventare allora l’anno dove tutto ciò diverrà normalità. Se non si prendono presto dei seri provvedimenti per cambiare quello che il cambiamento climatico sta alterando, la nostra terra avrà bisogno più che mai di un aiuto da parte di noi esseri viventi. Noi, in prima persona possiamo davvero far si che le cose cambino.

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