L’UE minaccia procedura d’infrazione contro la Germania

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La notizia della decisione della Corte Costituzionale tedesca non ha lasciato indifferente la burocrazia di Bruxelles. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha deciso di minacciare il suo paese di origine con una procedura di infrazione.

Il motivo? L’UE teme fortemente che si possa creare un pericoloso, specialmente in questo momento, precedente. La Corte Costituzionale tedesca ha infatti espresso una sentenza che indifferentemente dalle implicazioni sulla politica monetaria, che sa di prevaricazione delle istituzioni sovranazionali.

Infatti, mentre la Corte Costituzionale italiana ha più volte ribadito che l’ordinamento nazionale, anche quello costituzionale, può essere derogato dalle normative europee purché queste non vadano a contrastare gli elementi fondamentali della Costituzione.

La UE è sotto attacco, ha più volte mostrato limiti, finanziari ma anche e soprattutto ideologici, riguardo le risposte alla crisi economica devastante che si prospetta al termine dell’emergenza Coronavirus.

Il caso italiano è emblematico. Appena l’UE ha mostrato una certa titubanza, come per stessa ammissione malinconica della presidente von der Leyen, difatti sia la Cina, che gli Usa e la Russia si sono precipitate per venire in soccorso del nostro paese.

Anche Donald Trump ha più volte ribadito che l’uscita dell’Italia dall’UE sarebbe un’occasione per il tricolore, così come il presidente russo Vladimir Putin ha affermato in passato che l’Unione Europea necessita di profondissime riforme.

Ora, con il principale paese europeo che sembra non voler seguire le dodici stelle e fare di testa sua, protestando contro la decisione della Bce di procedere con un massiccio quantitative easing. La presidente dell’istituto centrale non ha tardato a rispondere.

Infatti, tramite il suo vice, la presidente Lagarde, che in passato aveva fortemente danneggiato il nostro paese con uno scivolone considerato indecoroso anche dagli europeisti più convinti, ha subito ribadito che i trattati si rispettano e che il quantitative easing applicato nel caso greco era assolutamente legittimo.

Difatti la Corte Costituzionale tedesca si è scontrata con l’UE proprio sulla legittimità di tale politica monetaria, protestando per le implicazioni inflazionistiche (un concreto rischio di aumento dei prezzi) derivato dalla messa in circolazione di tanta moneta contante.

Chi abbia ragione è una domanda dalla difficile risposta. Servirebbe uno studio approfondito dei trattai UE e anche in quel caso non si sarebbe certi di poter arrivare ad una soluzione di questo enigma. Dopodiché qualche interrogativo è giusto porselo.

Non risulta infatti a nessuno che il precedente quantitative easing abbia causato disastri macroeconomici e che qualcuno sia dovuto andare a comprare il pane con una carriola piena di banconote come avveniva nella Germania degli Anni Trenta.

Probabilmente i timori concreti, al di là dei ragionamenti giuridici, della Germania nei confronti della UE sono esagerati, visto che la platea a cui si rivolgerebbe questo quantitative easing è estremamente ampia (parliamo pur sempre di 27 paesi) e gli effetti sarebbero di conseguenza estremamente diluiti.

Inoltre è bene ricordare che altre banche centrali, come quella inglese (che pur essendo stata in UE prima della Brexit non è mai stata controllata dalla Bce), americana (la Federal Reserve) e giapponese hanno applicato misure estremamente più massicce di quantitative easing.

La formazione intellettuale tedesca è particolarmente attenta al problema dell’inflazione, il cui andamento galoppante dopo il crollo dell’economia del ’29 causò una crisi economica che si tramutò presto in una crisi sociale dai risvolti tragici. Per questo motivo vi è forte avversione.

La Germania sembra infatti intenzionata ad utilizzare una linea rigorista, che rispetti il vincolo di bilancio tra entrate (tasse) e uscita (spesa pubblica) dello Stato, senza fare ricorso alla stampa di moneta e prendendo il denaro dal gruzzolo messo da parte dai tedeschi grazie alle ingenti esportazioni.

Per il momento però l’UE non sembra essere dello stesso avviso. Lo scontro tra questi due attori importantissimi potrebbe avere risvolti significativi anche sulla vita di noi italiani, per questo è meglio seguire gli sviluppi della vicenda con la dovuta attenzione.

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