Oggi il Campidoglio ha indetto il lutto cittadino per la morte del piccolo Marco, il bambino deceduto per le sbagliate procedure di soccorso, giovedì, nella metropolitana di Roma Furio Camillo. Il bambino e la madre erano rimasti bloccati nell’ascensore della metro e il piccolo è precipitato per 15 metri nella tromba dell’ascensore guasto.
Oggi i funerali al Cimitero Verano, in forma laica e a porte chiuse. Il Cimitero monumentale è rimasto chiuso se non per i parenti e gli amici della vittima, per rispettare la volontà dei genitori. La bara bianca è stata accompagnata prima nel Tempietto Egizio dove sono state svolte le esequie in forma privata e poi la tumulazione nello spazio riservato ai bambini. Qui gli alunni della mamma hanno portato ciascuno una rosa bianca. Hanno parlato il Parroco della famiglia e il Sindaco Ignazio Marino a nome di tutta la città di Roma.
Al momento sono tre le persone iscritte al registro degli indagati: l’addetto Atac che ha tentato la manovra per recuperare la madre e il piccolo Marco da dentro l’ascensore senza aspettare l’intervento dei tecnici degli ascensori e i due vigilantes dell’Italpol intervenuti all’ascensore bloccato. Il tentativo dei tre uomini è stato definito come un eccesso di generosità, successivo alle richieste dei due bloccati dentro l’ascensore sotto il caldo cocente di queste torride giornate estive. La mamma chiedeva aiuto per lei e il piccolo figlio di 5 anni.
“C’è stato un errore dell’agente della stazione che ha posto in essere una procedura che non doveva, forse perché c’erano condizioni di difficoltà e alla fine c’è stata la tragedia.” Questo il commento a caldo giovedì scorso dell’Assessore ai Trasporti di Roma Capitale, Guido Improta, che continua: “L’ascensore era bloccato e si è tentato un trasbordo delle persone. Ma è stato affiancato da un altro, cercando di fare un trasbordo delle persone attraverso una botola. Una procedura non codificata.”
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