Grandissima manifestazione contro la guerra in terra ucraina a Roma, sabato 5 marzo. Il corteo ha seguito il percorso tipico delle manifestazioni capitoline: partenza da Piazza della Repubblica fino ad arrivare a San Giovanni. La protesta è stata organizzata da molteplici associazioni, varie Ong, alcuni tra i sindacati più grandi come la CIGL e la ‘Rete Pace e Disarmo’. La questura ha riferito della presenza di circa 20mila manifestanti in piazza anche se dal palco gli organizzatori hanno detto di aver riunito nel centro di Roma circa 50mila persone. In migliaia hanno sfilato al grido ‘Per la pace. Stop Putin, Stop war‘. In testa una lunga bandiera con i colori dell’arcobaleno, simbolo della pace, retta dai manifestanti che intonano il brano di Daniele Silvestri: ‘Il mio nemico non ha divisa’. Tante le sigle come tanti i cartelli e gli striscioni contro la violenza sventolate in piazza. Tra i tanti una bambina tiene tra le mani un manifesto con scritto: ‘Meno bombe più caramelle’.
Inizialmente è stato osservato un minuto di silenzio per i caduti e poi un lungo applauso è stato fatto in solidarietà verso gli ucraini che combattono contro gli invasori russi. Ai microfoni è intervenuto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ha detto: “bisogna fermare la guerra e chiedere l’intervento dell’Onu. La strada non è l’invio di armi, ma il ricorso alla massima diplomazia. Non possiamo accettare la guerra come strumento di relazione tra stati. Serve ogni sforzo per fermarla – ha detto Landini – la guerra non si combatte con la guerra, è il momento che l’Onu faccia la sua parte”. Posizione in chiaro contrasto con quella presa dalla Nato che sappiamo ha deciso di non intervenire direttamente ma di aiutare la resistenza ucraina inviando armi. Nato che infatti è stata vittima di molti insulti e cori da parte dei manifestanti. Da segnalare la divergenza di vedute su questo punto da parte del segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha dichiarato: “Siamo per un aiuto umanitario, ma siamo anche per un aiuto militare: i partigiani in Italia non avrebbero sconfitto il fascismo – continua Bombardieri – se avessero ricevuto dei fiori durante la Resistenza”.
Presente in piazza anche una delegazione del Pd: Peppe Provenzano; Marco Furfaro e Gianni Cuperlo. Tra gli altri, presente il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni; Stefano Fassina e l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio. Questi eventi servono a mandare un messaggio di unità ed insieme alle altre manifestazioni tenutesi in altre città europee i cittadini si dimostrano compatti nel dire no alla guerra e alle violenze. Da Kiev apprezzerebbero probabilmente più aiuti di altro genere, mentre vengono bombardati quotidianamente, ma per ora almeno sul piano politico tantissimi cittadini si sono mobilitati per mandare un messaggio.
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