Quanto può essere importante la quantità di memoria interna disponibile in uno smartphone o in un tablet? Al giorno d’oggi per la gran parte degli utenti mobile è un aspetto molto importante considerando l’enorme quantità di contenuti che si archiviano costantemente sui terminali, dai video alle foto senza dimenticare ovviamente le applicazioni che tra messaggistica istantanea, giochi e produttività richiedono molto spazio per poter essere gestite. La quantità di storage disponibile è quindi uno degli elementi che si tende a prendere in considerazione quando si acquista uno smartphone o un tablet, ed è proprio questo aspetto che a Samsung Italia è costata una class-action avviata dalla associazione Altroconsumo e che in questi giorni è stata approvata dal Tribunale di Milano, una decisione certamente importante che mette in evidenza una pratica scorretta che, secondo Altroconsumo, fornisce ai consumatori informazioni non esatte sulla quantità di memoria dei dispositivi venduti sul mercato.
La questione risale già ai primi mesi del 2016, quando Altroconsumo dopo una serie di test effettuati sui dispositivi venduti da Samsung Italia, comprendendo numerosi modelli di smartphone e tablet, ha scoperto che la quantità di memoria dichiarata dal produttore al momento della vendita risulta in realtà inferiore al momento dell’utilizzo, a causa dei sistemi operativi ma soprattutto delle applicazioni installate. Il problema sarebbe più evidente nei modelli base con soli 16GB di memoria, all’interno dei quali addirittura fino al 40% della memoria risulterebbe già occupata.
Altroconsumo ha rivelato che la pratica adottata da Samsung si ripercuote inevitabilmente sul consumatore che acquista un dispositivo con una certa quantità di memoria ma in realtà si trova in mano con un prodotto che presenta specifiche diverse rispetto a quelle promesse, con una quantità di memoria inferiore che mette a disposizione una quantità ancora più limitata di spazio per archiviare foto, video app e per l’aggiornamento del sistema operativo. Sul sito ufficiale di Altroconsumo vengono svelati tutti i dettagli su modelli che rientrano nella class action e le modalità con cui i consumatori potranno ottenere i risarcimenti da parte del produttore, per i dispositivi acquistati tra agosto 2009 e dicembre 2014. La decisione del Tribunale di Milano, inoltre, impone a Samsung Italia di pubblicare il provvedimento sulla home page del suo sito ufficiale.
La questione evidenziata da Altroconsumo già in passato era finitanel mirino delle autorità di garanzia del nostro paese. Nel 2014 l’Antitrust aveva multato Samsung per 1 milione di euro accusando il colosso sudcoreano di pratica commerciale scorretta per via della memoria interna di smartphone e tablet a disposizione degli utenti, molto inferiore rispetto a quanto dichiarato al momento della vendita.
Riguardo alla decisione del Tribunale di Milano, Marco Pierani, Direttore delle Relazioni Esterne di Altroconsumo, ha spiegato:“Una decisione storica, perché legata a un’azione collettiva di risarcimento che nasce in Italia e i cui effetti ricadranno ovunque, investendo un colosso della telefonia e dell’elettronica presente sul mercato internazionale. L’obiettivo dell’azione di Altroconsumo è semplice e complesso insieme: eliminare le pratiche che negano la trasparenza vuol dire sgomberare elementi strutturali di disturbo allo sviluppo del mercato e alla fiducia dei consumatori. Imprese, operatori economici e consumatori non devono agire su fronti opposti: l’empowerment del consumatore può solo giovare ad un mercato in piena evoluzione di sistema”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.