C’è un dato che, soprattutto agli occhi dei non addetti ai lavori, può apparire curioso: sette recruiter su dieci controllano i profili social dei candidati alle vacancy di cui si stanno occupando e, non di rado, li usano come primo step per la selezione. È un dato che parla di quanto, ormai, tutto letteralmente passi dai social e di quanto importante per questo sia per ogni lavoratore tenere sotto controllo la propria immagine professionale – e la propria reputazione – online.
Ecco quattro consigli per farlo al meglio.
Quattro consigli per migliorare immagine e reputazione professionale in Rete
A partire da controllare, nel senso più letterale del termine, le immagini con cui ci si presenta in Rete a potenziali datori di lavoro o, nel caso dei freelance, a potenziali clienti. Non significa solo scegliere per social professionali come LinkedIn la migliore immagine di profilo, quella che più e meglio trasmetta un senso di affidabilità e autorevolezza. Significa anche aver cura di non disseminare altrove foto che immortalino atteggiamenti troppo informali, pochi professionali o addirittura sconvenienti: meglio, insomma, chiedere ad amici e conoscenti di evitare il tag su quelle foto di una serata su di giri o attivare, se la piattaforma lo permette, il controllo manuale su tag e menzioni.
Più in generale fare attenzione a ciò che si condivide è una regola d’oro per migliorare la propria immagine professionale online. Non ci sono formule uniche o migliori in questo senso, né è detto che si debbano evitare sempre e in toto le condivisioni più intime e personali: molti esperti sostengono, anzi, che il modo migliore per raccontare se stessi come lavoratori in Rete è un misurato mix di privato e professionale. Meglio evitare di assumere posizioni molto estreme o sostenere cause controverse e, per evitare sanzioni o procedimenti penali, di farsi pubblicità “slealmente”, promettendo prezzi vantaggiosi a discapito della qualità e della trasparenza. Ricorda, inoltre, che in Italia non è possibile pubblicizzare i propri prodotti o servizi, se non si è già titolari di una Partita IVA: dunque, se davvero vuoi dare un’immagine seria e professionale, devi rinunciare all’uso delle prestazioni occasionali e, con l’aiuto di un servizio come Fiscozen, eseguire tutti i passaggi.
Tornando, invece, a come migliorare la propria reputazione online non si può non considerare che la stessa è intimamente influenzata anche da cosa fanno gli altri a cui si è legati per affetto, per ideologia, per relazioni professionali o personale: è per questo che migliorare la propria immagine da professionista in Rete può risultare a volte difficile anche se si siano messe in atto tutte le precauzioni di cui si è già detto. Qualche buona idea in più potrebbe essere, così, fare attenzione a che inviti a gruppi su Facebook si accettano, a che account si cominciano a seguire su Instagram, a che richieste di collegamento su LinkedIn si approvano e via di questo passo.
Quanto detto fin qua potrebbe suonare come un tentativo di scoraggiare i professionisti dallo stare sui social. Non è così e, anzi, gli addetti ai lavori concordano nel sostenere che creare contenuti di valore e condividerli con le proprie community sia un ottimo modo per i freelance di attrarre clienti: originalità e accuratezza sono le parole chiave.
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