Nel mondo del giornalismo di settore, quando si interrogano i protagonisti e i creativi della moda in merito alle nuove tendenze per le stagioni a venire, si è in genere preparati (per non dire rassegnati) ad ascoltare una serie di frasi roboanti, spesso uguali fra loro. Parole come “innovazione”, “ricerca” e “sperimentazione” vengono spese con una disinvoltura che, a orecchie solo un po’ meno disincantate appare quantomeno fuori luogo. Ma nel 2021 qualcosa è cambiato.
Per molti analisti si tratta di un effetto collaterale della pandemia e della crisi del settore che ne è scaturita. Per altri, molto più semplicemente, la moda sta cambiando lessico, cercando di assecondare i gusti sempre più volubili del pubblico. Una volubilità che richiede la rinuncia a frasi altisonanti, e la consustanziale ricerca di una comunicazione semplice e diretta, che indirizzi il potenziale cliente in maniera chiara e univoca. Oggi l’acquirente vuole scegliere e seguire le proprie inclinazioni: in altre parole, vuole seguire la moda senza dare l’impressione di farlo.
D’altronde, basta dare un’occhiata ad aggregatori di importanti brand del settore, come Stileo, per rendersi conto che l’eclettismo regna sovrano. Ad esempio, se prendiamo come riferimento principale (vista anche la stagione) la moda mare, ci accorgiamo immediatamente che, accanto ai brand più consolidati, a distinguersi sono dei marchi “giovani” che hanno fatto proprio dell’eclettismo uno dei loro tratti salienti. Marchi come Effek, che presentano linee di prodotti da spiaggia caratterizzati da un’estrema varietà di forme, colori e materiali.
Proprio l’enorme moltitudine di colori sembra essere il tratto distintivo dell’abbigliamento da spiaggia di quest’anno. In leggera controtendenza con la moda “da città”, che nel 2021 si sta distinguendo per la sua estrema – e a tratti sin troppo ostentata – sobrietà, il mare sembra reclamare quell’esplosione di colori che il diffuso clima di austerity attualmente in vigore sembra pervicacemente negare. D’altronde si sa, in vacanza tutto è lecito, e le regole – fosse anche un tacitamente condiviso dress code – sono fatte per essere trasgredite.
Non che manchino i capi a tinta unita, magari anche con tonalità poco appariscenti, per chi persino al mare continua a propendere per uno stile più morigerato. Ma a dominare sono soprattutto i capi caratterizzati da motivi fantasia, che vanno dall’astratto al figurativo, rappresentando letteralmente tutti i colori dell’estate. Sui costumi da bagno, ad esempio, è un profluvio di ancore, stelle marine, ippocampi e palme, oltre a una serie di motivi quasi da action painting, in cui l’unico minimo comun denominatore è l’uso smodato del colore: fluo, pastello, con diversi livelli di saturazione, l’importante è che sia vivace, a volte persino eccessivo nella sua ossessiva ricerca di spazi all’interno di pochi centimetri quadrati di tessuto. Una sorta di horror vacui che ritroviamo anche nelle calzature e negli accessori, come se la loro vivacità legittimasse ulteriormente il desiderio di fuga dalla routine quotidiana che è tipico delle vacanze estive.
L’aspetto più interessante di questa improvvisa quanto, per molti versi, inattesa riscoperta del colore riguarda molto più da vicino la moda uomo rispetto ai capi femminili. I quali, a onor del vero, continuano a non disdegnare la tinta unita o la rinuncia a motivi troppo vistosi o invadenti. Insomma, per una volta sembra che sia il comparto maschile – tradizionalmente più refrattario alle frivolezze – a guidare questa sorta di riscossa del colore dopo tanti mesi grigi. Sebbene per settembre la moda autunno (questa volta sia quella maschile che quella femminile) abbia già promesso un rigoroso rientro nei ranghi.