Dopo la riapertura del caso nel 2017, arrivano ora novità sul Mostro di Firenze. Si tratta di uno dei più grandi misteri italiani con otto duplici omicidi avvenuti tra il 1968 e il 1985 nella zona di Firenze, e che ha portato a condanne, assoluzioni e inchieste ancora in corso come nel caso di Giampiero Vigilanti. Ad oggi il responsabile o i responsabili dei delitti non sono stati trovati. I nomi di questo grande caso sono ben noti come i “Compagni di Merende”:
Pietro Pacciani, deceduto prima del secondo processo, Mario Vanni già condannato all’ergastolo per 4 degli 8 duplici omicidi, Giancarlo Lotti e Fernando Pucci sono stati processati quali autori materiali dei delitti. Dopo 34 anni dall’ultimo omicidio e 50m dal primo, è stato fatto un ritrovamento che potrebbe aiutare sensibilmente nelle indagini. Il quotidiano La Nazione ha pubblicato oggi una indiscrezione: “I carabinieri del Ros hanno estratto un’ogiva rimasta dal 1985 in un cuscino trovato nella tenda di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, la coppia di giovani francesi ultime vittime del mostro di Firenze”.
Un colpo esploso a vuoto e mai scoperto fino ad oggi. Riguarda il caso dei due ragazzi francesi uccisi nella notte tra il 7 e l’8 settembre 1985 in una piazzola agli Scopeti, nel comune di San Casciano Val di Pesa, ultime vittime del Mostro. L’ogiva diventa così un nuovo ritrovamento che potrà tornare utile nell’ambito della nuova inchiesta coordinata dal pm Luca Turco e condotta dal Ros. Il primo risultato servirà a capire se il colpo fu sparato dalla calibro 22 usata dal mostro di Firenze per i 16 omicidi. Le condizioni del ritrovamento sono migliori dei precedenti ritrovamenti e con le nuove tecniche della scienza degli ultimi 50 anni, sarà sicuramente più utile come prova.
Facciamo un passo indietro: Gli 8 duplici omicidi
Le analogie degli 8 duplici omicidi che li hanno poi accomunati nel corso degli anni sono il fatto di essere tutte coppiette, amanti e di essere stati sorpresi in macchine parcheggiate in luoghi appartati. L’arma è sempre stata la stessa, una calibro 22 con munizioni Winchester marcate con la lettera “H” sul fondello del bossolo. Le vittime spesso oltre all’arma da fuoco hanno riportato ferite da arma bianca ed in diversi casi è stato asportato il pube alle donne uccise e in due casi anche il seno sinistro. I luoghi hanno fatto pensare che chi commetteva l’omicidio conoscenza bene il territorio e che forse pedinasse le persone prima di deciderne le uccisioni.
1968 Le prime due vittime del Mostro di Firenze
Una notte di fine agosto vide la morte di Antonio Lo Bianco e Barbara Locci. I due erano in macchina nei pressi del cimitero di Signa. I due amanti erano sposati con altre due persone, e nel momento dell’aggressione era in macchina con loro anche il figlio di lei, Natalino Mele di sei anni. Dopo l’uccisione fu condannato il marito di lei che prima negò di essere implicato, fino a confessare e venire incarcerato per 14 anni. I bossoli ritrovati erano Winchester marcati con la lettera “H” ma l’arma non fu trovata.
Dal 1974 al 1982 ricominciano gli omicidi
A settembre del 1974 ci fu un secondo caso: vennero uccisi Pasquale Gentilcore, 19 anni, e Stefania Pettini, 18 anni. Si trovavano in macchina e furono colpiti lui da 3 colpi di pistola e lei due. La ragazza fu poi portata fuori dalla macchina e ancora viva fu colpita da decine di coltellate. Nella vagina le infilarono un tralcio di vite e le furono asportati sia il seno sinistro che il pube. In questo caso ci furono testimonianze sul fatto che qualcuno stesse pedinando la ragazza nei giorni precedenti.
Poi nel 1981 ci furono due diversi duplici omicidi: a Scandicci a giugno dove morirono Giovanni Foggi, 30 anni, e la sua fidanzata Carmela De Nuccio, 21 anni. Stessa modalità della coppia precedente. Stesso anno ad ottobre vennero uccisi Stefano Baldi, 26 anni, e Susanna Cambi, 24 anni. Stessa modalità anche per loro. La madre della ragazza confermò che la figlia aveva paura di essere pedinata.
Un anno dopo trovarono la morte anche Paolo Mainardi e Antonella Migliorini con una dinamica differente. L’uomo alla guida dell’auto fu solo ferito. Riuscì così ad accendere l’auto e farla spostare. L’assassino sparò ancora uccidendo i due ragazzi, ma non essendo un posto appartato non riuscì a mutilare i corpi. I ragazzi vennero ritrovati poche ore dopo: lei era già morta mentre lui morì una volta portato in ospedale ma senza aver mai ripreso coscienza. I tre omicidi vennero ricollegati anche al primo del ’74 solo in questo momento. Mele ancora in carcere fu interrogato e in questa fase tornò ad accusare Francesco Vinci, arrestato per maltrattamenti lo stesso anno e due mesi fu anche accusato di essere il mostro di Firenze. Con gli omicidi successivi avvenuti mentre era agli arresti, fu poi scarcerato e trovato ucciso insieme ad un amico nel 1993.
Il primo errore
Nel 1983 in provincia di Scandicci, furono uccisi due turisti tedeschi maschi. Uno dei due aveva i capelli lunghi e fu probabilmente scambiato per una donna. Ai corpi non venne fatto nulla.
Spunta fuori il nome di Pietro Pacciani
In questi anni le accuse e le condanne si succederono a diverse scarcerazioni e confusione totale nelle indagini. Nel 1991 le forze dell’ordine dedicate solo a questo caso presero il nome di SAM (Squadra Anti-Mostro) concentrandosi su un indagato, Pietro Pacciani. L’uomo era in prigione per aver violentato le due figlie e aveva già scontato 13 anni in prigione dopo che a 26 anni aveva ucciso l’amante della fidanzata.
Dal 2017 le nuove indagini hanno portato un nuovo nome quello di Giampiero Vigilanti, ora di 87 anni e anche il suo medico.
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