Nell’anno della pandemia, la sanità ha vissuto un periodo di crisi, tanto per quanto riguarda i ricoveri da Covid-19 ma anche perché sono state sospese tutte le altre cure. Nel 2020 circa un milione di ricoveri urgenti è stato posticipato causa dell’emergenza da Coronavirus.
L’Agenas, agenzia per i servizi sanitari regionali, ha osservato che tra gennaio e giugno 2020 ci sono stati 1,2 milioni di ricoveri in meno rispetto all’anno precedente, mentre i servizi ospedalieri in generale sono diminuiti di 50 milioni. Soltanto nel Lazio, sono state saltate quasi un milione e 700 mila visite: nel 2019 sono state effettuate oltre 3 milioni di esami nella regione, mentre nel 2020 poco più di un milione.
Il Presidente dell’Istituto nazionale di statistica Gian Carlo Blangiardo, ha comunicato che nel 2020, un cittadino su 10 ha rinunciato, pur avendone bisogno, a visite mediche o accertamenti specialistici a causa delle liste di attesa, la scomodità delle strutture, ragioni economiche e motivi legati al Covid-19.
L’impatto del Covid-19 sulla rinuncia alle visite specialistiche è stato più ampio nel Nord, con un aumento di 4,7 punti percentuali rispetto al 2019 (da 5,1% a 9,8%); nel Centro l’indicatore è passato, invece da 6,9% a 10,3% e nel Mezzogiorno da 7,5% a 9,0%.
La sanità pubblica sta ripartendo nel 2021, dato che le regioni non hanno ridotto le cure non collegate al Covid. Tuttavia, il problema più importante resta quello di recuperare le liste d’attesa del periodo precedente, le quali già apparivano estremamente lunghe. Dunque, è necessario formulare un piano nazionale di “rientro” rispetto alle liste di attesa per riprendere tutti gli esami che sono stati sospesi. Un programma questo, che deve essere elaborato a livello centrale e regionale, con il fine di condividere un sistema di osservazione costante rispetto alla sua attuazione.
La questione deve diventare un impegno a livello nazionale con priorità massima. Se non viene affrontato subito il problema, chi ha la possibilità eseguirà gli esami privatamente per evitare le lunghe liste d’attesa, ma soprattutto chi non potrà farlo dovrà aspettare tempi lunghissimi o addirittura rinunciare alle cure. Questo provocherà un peggioramento delle condizioni di salute della popolazione e allo stesso tempo avrà anche un impatto negativo, economicamente parlando, sul sistema sanitario nazionale.
Sono tante le malattie e le patologie che il SSN deve supportare oltre al Covid, e per questo è essenziale porre la massima attenzione alla questione, anche per evitare, nel caso di un’ulteriore ondata pandemica, un ulteriore blocco della sanità.
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