NOMADI DEL SOGNO
Andrea Lalario
Mattatoio di Roma, Padiglione 9a
13 settembre > 13 ottobre 2024
La mostra, curata da Nicoletta Provenzano, presenta un corpus di opere grafiche, matrici, disegni e fotoincisioni dell’artista romano Andrea Lelario (Roma, 1965). Seicentosedici disegni su taccuini – in parte provenienti dal nucleo acquisito dalle collezioni degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e della Stampe e in parte realizzati per la mostra – trentatré incisioni e diciotto matrici, costituiscono l’insieme dell’esposizione antologica che abbraccia un arco temporale che va dai primi lavori dell’artista, risalenti agli anni Novanta, fino alle ultime opere dedicate alla
Luna, create appositamente per gli spazi del Mattatoio, con quel sapore e il fascino dell’archeologia industriale, con i percorsi di Pier Paolo Pasolini e la stratificazione creatrice del Monte Testaccio che custodisce l’antico e si mescola al moderno.
L’esposizione è un viaggio attraverso la poetica di Andrea Lelario, che la curatrice, Nicoletta Provenzano, descrive nei termini di un’immaginazione onirica e di una elegia cosmica. Un’arte che include e oltrepassa la realtà sensibile, inoltrandosi negli spazi della mente e nello sconfinato spazio siderale. Una ricerca artistica nella quale sedimenti di una cosmogonia interiore procedono dal grande al piccolo e dal piccolo al grande, attraverso l’elezione di due tecniche tra le più nobili e antiche, come il disegno e la calcografia.
Il percorso in mostra conduce l’osservatore all’esplorazione di una molteplicità di mondi emersi tra sogno e spazio, luce e ombra, microcosmo e macrocosmo, attraverso rimandi storici e letterari, memoria e mito, trasmessi nei paesaggi della campagna dei Castelli Romani, evocanti il Grand Tour o i luoghi pasoliniani, o trasfigurati in forma astratta come enigma da decifrare all’interno di un dedalo di segni.
Il racconto attraverso le opere è come un itinerario alla scoperta di isole tematiche, il cui nucleo centrale è rappresentato dai taccuini, punto di congiunzione e scrigno di un immaginario che coniuga universo e mondo onirico, forme zoomorfiche e figure fantasmatiche.
CORPUS NATURAE
Tomaso Binga e María Ángeles Vila Tortosa
a cura di Benedetta Carpi De Resmini
Il percorso espositivo apre un dialogo intergenerazionale tra due straordinarie artiste: Bianca Pucciarelli Menna in arte Tomaso Binga (nata a Salerno nel 1931) e María Ángeles Vila Tortosa (nata a Valencia nel 1978).
Un incontro tra due donne apparentemente distanti, portatrici attraverso il loro lavoro di un senso di esistenza diverso, che mette in discussione forme di dominio, gerarchia e appropriazione tipiche della modernità capitalista, patriarcale e antropocentrica.
Il filo conduttore che lega le due artiste è il linguaggio delle piante e un legame profondo tra corpo e natura. María Ángeles Vila Tortosa esplora il mondo delle piante, attraverso la tecnica della stampa, riflettendo sulla loro significativa importanza nel quotidiano per la protezione e la cura domestica e per le connessioni viscerali e primordiali con il genere umano. Le opere di Tomaso Binga, realizzate dagli anni Settanta ad oggi, dimostrano come la natura sia intimamente connessa all’arte, alla sfera dell’umano, soprattutto al corpo delle donne, rivelando l’adesione epistemologica dell’autrice al suo genere femminile e sfidando pratiche secolari di assoggettamento.
La mostra invita alla riflessione sulla nostra relazione con la Terra e il mondo vegetale. È un richiamo alla visione biocentrica dell’universo e nasce dalla volontà di rivelare le molteplici connessioni, anche inconsapevoli, nel lavoro di Tomaso Binga e María Ángeles Vila Tortosa con gli studi dell’archeologa Marija Gimbutas (Vilnius 1921 – Los Angeles 1994), incentrati intorno al sacro identificato con la natura e con il femminile. L’archeologa, infatti, ha contribuito a diffondere nel mondo contemporaneo la coscienza di come la Terra fosse anticamente venerata come Dea Madre Creatrice, evidenziando la necessità di una concezione ciclica dell’universo.
La Terra, intesa come Madre-Terra, diventa lo spazio linguistico entro cui si muove la ricerca della mostra: è la matrice da cui emerge una rinnovata attenzione verso il mondo vegetale, un universo in armonia con i ritmi stagionali e naturali.
Le connessioni tra le opere di María Ángeles Vila Tortosa e Tomaso Binga svelano l’essenza stessa dell’esistenza umana, intessuta con le trame della natura e del corpo della donna biologicamente disposto all’accoglienza dell’altro.
Il corpo, come appare nell’opera di Tomaso Binga, apre la mostra e si estende fino a diventare linguaggio e poi grafema desemantizzato che si trasforma in stelo di fiori: il discorso si arricchisce di un nuovo senso attraverso il gemmare grafico di elementi vegetali, quasi a suggerire una nuova rilettura più consapevole del mondo.
Perno centrale di questa mostra è dunque il corpo “gravido” della Natura che si estende fino ad aprire un dialogo-incontro. Grazie, infatti, al ribaltamento voluto dal progetto espositivo, alcune stampe vegetali di Vila Tortosa sono utilizzate per ricreare una carta da parati parafrasando l’opera storica di Tomaso Binga, Carta da parato, casa Malangone del 1976.
Mattatoio di Roma
Piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma
Padiglione 9a
www.mattatoioroma.it – Facebook: @mattatoioroma – Instagram: @mattatoio – #MattatoioRoma
Orari
Dal martedì alla domenica 11.00 – 20.00 – Ingresso gratuito
Chiuso il lunedì. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura
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