North Sentinel è un’isola appartenente al territorio indiano, tanta natura e pochi abitanti, ma non è un’isola come le altre. Da tempo è infatti severamente vietato l’ingresso per evitare ai turisti di entrare in contatto con la popolazione del luogo. La regola è fatta ovviamente per non essere seguita, deve aver pensato uno youtuber che è stato di recente scoperto far visita ad una popolazione che vive isolata da circa 60.000 anni. Ora rischia la prigione.
La storia dell’isola
North Sentinel è una delle isole facenti parte dell’arcipelago delle isole Andamane nel golfo del Bengala. L’isola si presenta come il trionfo della natura incontaminata, con una robusta barriera corallina che la circonda e con una folta foresta che ricopre la quasi totalità della superfice. Tutto incantevole insomma, un luogo perfetto dove trascorrere delle serene vacanze in famiglia e lontano dalla città. Ma allora per quale motivo è vietato l’accesso?
Ebbene le cause sono da ricercare nella popolazione, che estremamente ridotta e fragile è presente nelle unità di 12 uomini e 3 donne per un complessivo di 15 abitanti. L’ultimo sondaggio indiano condotto rigorosamente a distanza nel 2011 potrebbe non essere però veritiero rispetto alla reale popolazione, con un numero di abitanti stimato che si ipotizza essere tra le 50 e le 500 unità.
Proprio per salvaguardare gli abitanti e grazie anche ad una esplicita ed intransigente non volontà di contaminazione con il resto del mondo, le autorità indiane hanno deciso di rendere l’isola autonoma ed indipendente, dichiarando inoltre la volontà di non interferire con il loro stile di vita o il loro habitat. Qualche tentativo di entrare in contatto con la popolazione al fine studiarla o civilizzarla c’è però stato.
Nel 1867 avviene il primo contatto, con gli inglesi che visitarono l’isola per soccorrere una nave indiana naufragata in corrispondenza del territorio del North Sentinel. I circa 100 sopravvissuti furono salvati sia dal naufragio, sia dall’ostile popolazione locale, che ben presto ingaggiò degli attacchi verso gli stranieri.
Nel 1880 invece l’ammiraglio inglese Portman matura l’idea di studiare l’isola ed i suoi abitanti. Decide quindi di prelevare due anziani e 4 bambini e di portarli a Port Blair per condurre delle ricerche. Gli anziani si ammalarono da subito e ben presto morirono, con i bambini che furono portati indietro con numerosi doni.
Nel 1974 National Geographic condusse un documentario sull’isola e sulla sua popolazione, entrando nel territorio e avendo a che fare però nuovamente con l’ostilità degli abitanti. Ci furono diversi conflitti con frecce scagliate nei confronti della troupe, con una di queste frecce che ferì anche un cameraman.
Nel 1991 vengono invece condotti gli ultimi studi sul territorio con la popolazione, con una ricercatrice indiana che riscuote maggior successo dei suoi colleghi precedenti. La sua figura femminile viene infatti percepita come non ostile, potendo avere per la prima volta un vero cortese faccia a faccia con gli abitanti del posto.
Nel 2005 la decisione del governo indiano di chiudere definitivamente l’isola a qualsiasi ingresso, possa esso essere di natura scientifica o meno.
Cosa è successo ai vari tentativi di accesso
Mykhailo Polyakov non deve aver esaminato a fondo la questione quando qualche giorno fa ha deciso di entrare nell’isola per fare un contenuto social popolare e accattivante. Lo statunitense-ucraino ha a lungo aspettato che la costa fosse vuota per poi sbarcare e lasciare una noce di cocco ed una lattina per in qualche modo ingraziarseli. Fortunatamente non è stato visto da nessuno, la reazione della popolazione poteva essere di qualsiasi tipo, con il ragazzo che ha cercato però in tutti i modi di farsi notare attraverso l’uso di un fischietto mentre era in barca per andarsene.
Il ragazzo non era nuovo ad “imprese” del genere, con video in Afghanistan di lui che spara e beve alcolici, con riprese nelle foreste colombiane e con tentativi di contatto con una tribù simile a quella presente a North Sentinel, dove in precedenza aveva tra l’altro già tentato di sbarcare. Con un curriculum del genere facile per la polizia indiana prendere in carico il soggetto e portarlo a processo con accuse che possono fargli ottenere fino a 5 anni di carcere più una cospicua multa.
Non il primo tentativo da parte di uno sprovveduto di entrare in contatto con la popolazione. Nel 2018 infatti sempre un altro americano decise di sbarcare sull’isola per convertire la popolazione locale al cristianesimo. La popolazione la vide evidentemente non come una buona idea, con il missionario che fu ucciso senza possibilità di recuperare il corpo. Stessa sorte per due sfortunati pescatori che arenarono nei pressi dell’isola nel 2006. Anche in quel caso il recupero dei corpi fu reso impossibile, con la popolazione che scagliò numeroso frecce sull’elicottero che sorvolava l’isola.
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