Per coloro che praticano naturismo la parola sessualità non va associata mai al fatto di essere nudi. Ci sono anche dei regolamenti comportamentali nei campeggi e siti naturisti (sopratutto all’estero), dove bisogna avere sempre un atteggiamento tale da non indurre gli altri a sentirsi a disagio.
Facile a dirsi, per chi frequenta abitualmente tali ambiti, per gli altri, almeno inizialmente, a proprio agio è abbastanza difficile sentircisi, poi passa. La maggior parte delle persone che sono attratte da tale pratica, è più a disagio con il proprio corpo , rispetto a chi lo circonda. Questo, di fatto è una cosa che va nella giusta direzione, ma dovrebbe passare entro poco, se l’ambiente è sano. Accettarsi è più difficile che accettare il contesto che si sapeva come era.
La vita no-tessile è una filosofia, è un pensiero che può essere condiviso oppure no. Non deve essere soggetto a critiche e a facili allusioni, perché chi lo fa, ci crede e non lo vive con aspetti che vanno nella direzione della “sessualità”.
Chi pratica naturismo afferma che nella pratica dello stesso non c’è nient’altro che essere in pace con se stessi, con una grande sensazione di libertà. Non si è insomma attratte o incuriosite da chi circonda. Mi chiedo come sia possibile che non ci sia un minimo di curiosità. Devo però ammettere che un certo modo di pensare è legato alle abitudini che abbiamo, del nostro vivere quotidiano. Come quando si va nei Centri Wellness no-tessili. i primi dieci minuti sono d’imbarazzo (ma mi ripeto per se stessi) poi passa e non ci si fa quasi più caso. Personalmente ammetto che se è presente qualcosa di bello da vedere, l’occhio allenato da anni di sbirciate, cade eccome su ciò che fa parte dei desideri di una vita, però effettivamente, la cosa finisce là. Sarà che ho superato i cinquanta. Forse a vent’anni avrei avuto qualche problema in più, a meno che non fossi cresciuto in un ambiente naturista.
Queste argomentazioni sono comunque trattate da chi non è naturista. Per chi non è abituato a vivere nella nudità, tale situazione è relegata a momenti particolari. Normalmente non si va nudi (che poi se usciamo dagli schemi imposti dal nostro costume, in spiaggia c’è poco più che un triangolo sulle parti intime e altrettanto per le donne sul seno). Il costume non è che è molto esteso. Da questo possono partire due riflessioni contro e pro naturismo. Proprio perché ciò che si copre è qualcosa che deve essere anche igienicamente protetto e anche non esposto ai raggi solari – che fanno pure male, che necessità c’è di scoprire il seno e ancor più i genitali? Al contempo, proprio perché ciò che è coperto è una parte davvero piccola rispetto al corpo, sia il seno che altre zone intime non dovrebbero poi scandalizzarci tanto. Le abbiamo tutti e se riusciamo a scindere la parte attrattiva/sessuale, non c’è nulla di più che pochi centimetri di pelle…
La nostra società anche commerciale ci ha imposto di rendere ciò che abbiamo in natura, fonte di attrazione sessuale, per vendere vestiti, costumi e abbigliamento intimo e anche per ciò che è connesso al consumismo sessuale. Tutto ciò che è sexy non è altro dato da ciò che ci è stato trasmesso e inculcato nella mente. Nelle popolazioni indigene abituate ad andare nudi, la gente viveva normalmente stando uno in contatto all’altra, senza avere impulsi continui nei confronti del sesso. Insomma siamo diventati tutti più “maiali” perché si vive male il rapporto naturale con il proprio e altrui corpo. Il sesso è anche potere, è anche fonte di guadagno, è merce di scambio, tutto ciò ne ha oggettivizzato e reso ambito la conquista.
Che poi anche attività legate al Naturismo possono smuovere tanti soldi
C’è chi sostiene che se ci fosse una cultura più libera e “scostumata” ci sarebbero anche meno persone con tabù e/o insane morbosità rispetto al sesso. Questo potrebbe essere vissuto per quello che è: una cosa naturale e privata, non certo esposta pubblicamente. Generalmente i cosiddetti perbenisti davanti ai naturisti si scandalizzano portando la scusa che ci potrebbero essere dei bambini che vedono.
Ecco i bambini ci sono nei camping Naturisti e vivono la loro esperienza con naturalezza e senza la malizia di un adulto, tanto meno quella di un perbenista che, oltre tutto, è pure patologicamente perversa, (e spesso immagina chissà quali oscenità tra le persone nude). Per il bambino la nudità è cosa normale ed è scevra da qualsiasi idea peccaminosa.
Il movimento naturista è proprio contro tutto ciò. Libertà di essere e anche mostrarsi, non rinchiusi in schemi e allusioni, senza l’obbligo morale di stare o coprire ciò che può essere anche esposto senza malizia.
Perché quest’articolo?
Perché anche in Italia, come all’estero, il fenomeno Naturismo è in ascesa. Si stanno moltiplicando le richieste per spazi, villaggi, campeggi, residence, alberghi, spiagge e piscine, ma anche ristoranti, dove poter praticare il naturismo.
Dalle prime colonie di nudisti – rinchiusi in spazi piccoli – del secolo scorso, la voglia di stare nudi si è estesa con la rivoluzione sessuale degli anni settanta, quando aumentò la libertà. Essere nudi era comunque un tabù per la società, perché sempre legato all’idea del sesso. Nelle comunità naturiste il discorso sessuale, venne affrontato e anche forzatamente recluso, rinnegato. Il sesso è qualcosa di personale che non deve riguardare chi vive appieno il naturismo. Furono dettate delle regole, ancora valide e rispettate…
Vivere senza vestiti infatti, è solo uno degli aspetti della filosofia naturista, i cui principali elementi sono:
- la riscoperta del valore del corpo
- il culto del benessere psico-fisico
- l’importanza dello sport e della regolare attività fisica
- un’alimentazione sana ed equilibrata che predilige prodotti bio e si realizza (spesso) nella dieta vegana o vegetariana
- la cura del corpo attraverso la medicina non convenzionale (omeopatia, fitoterapia, naturopatia)
- una socialità basata sui concetti di comunione e condivisione
- il rispetto per l’ambiente e per gli animali
Naturismo: in altre parole, “un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente” ; così lo definisce l’INF – International Naturist Federation che, da più di 50 anni, riunisce sotto la sua egida tutte le principali associazioni internazionali. (A.N.ITA.= Associazione Naturista Italiana è un’associazione di promozione sociale, apartitica e senza scopo di lucro, nata nel 1966).
Per tornare ai comportamenti tra naturisti, c’è un’etichetta da rispettare che riguarda il modo di porsi, le posizioni, le distanze, ma anche l’evitare di avere atteggiamenti poco consoni, ne stare troppo vicini in pubblico.
Rimane del naturismo la filosofia, difficile a comprendere ai più, ma forse più facile a praticare…..se…se ne sente l’esigenza o la curiosità.
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