Dopo una settimana di vacanza torno a Roma per riprendere le buone abitudini, lunedì 1 luglio, si va in palestra. Lo Sporting Palace Mantova si trova in una zona centralissima della capitale, alle spalle di Piazza Fiume. Una palestra ben frequentata, tra attrezzi e piscina si vedono volti più e meno noti. Un posto accogliente, elegante, completo… chiuso. Sì, chiuso. Proprio così lo trovo il primo luglio senza aver minimamente sospettato nulla. Lo Sporting di Via Mantova, sede gestita dai fratelli Gianni e Fabio Cappelletti, ha dato un bel bidone a tutti i suoi iscritti. Negli ultimi mesi c’è stata la corsa a grandi sconti per gli abbonamenti annuali, cosa proposta fino all’ultimo. Gente che ha sborsato più di 800 euro – un affarone – per assicurarsi un anno di allenamento non stop nella bella palestra romana a prezzo ridotto. C’è chi ha sottoscritto abbonamenti anche la settimana prima della chiusura, magari prendendo anche l’armadietto personale, quando di certo si sapeva che fine avrebbe fatto.
Sul sito è scomparso il link alla sede di Via Mantova, restano solo Sigonio e Via Appia. Nella ex Coin di Piazza Alessandria è quasi tutto smantellato, hanno portato via anche gli armadietti. Nella settimana precedente erano arrivati messaggi per avvisare che dal 1 luglio non si poteva proprio più accedere e di sbrigarsi ad andare a prendere i propri oggetti personali dagli armadietti (c’è chi paga anche per avere il proprio armadietto fisso…) e ora si vedono in terra accappatoi, costumi, magliette di chi non ha fatto in tempo. Nel cellulare effettivamente trovo tre SMS dello SportingPA con su scritto solo Comunicato e un link. Quando li ho ricevuti pensavo fossero virus e non li ho neanche aperti. Ora scopro che erano le loro comunicazioni dell’ultimo minuto. Il primo link rimanda ad una pagina di Google Drive e non è più neanche visitabile.
Stamattina stanno portando via i macchinari messi fuori già da qualche giorno e da quanto detto da chi lavora in zona, già da domenica hanno cominciato a smantellare tutto. Non ci sono più neanche i tornelli alle scale mobili. 2500 gli iscritti che si ritrovano attoniti intorno alla brutta storia dello Sporting Palace.
Il messaggio mandato a tutti o quasi dice “Cessazione d’azienda, se volete potete andare nelle altre due sedi sull’Appia”. Un messaggio che ha raggiunto anche il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, l’ex ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, l’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, al giornalista Alberto Matano e all’ex sindaco Walter Veltroni, tutti soci della bella palestra. Ora ci si sta muovendo. Tra gli avvocati associati al club si pensa a fare cause penali o querele riunendo quanta più gente possibile. C’è chi chiede una Class Action. C’è chi si mette al sicuro “approfittando” delle proposte recupera mesi delle palestre circostanti come l’Heaven a Villa Borghese che non si sa come mai ha già tutti i dati anagrafici dei soci dello Sporting, comprese le date degli abbonamenti, tutte cose mai autorizzate . E così non ci si fida più, o almeno ci si divide tra chi si sposta per non perdere neanche un giorno di palestra e chi invece cerca di recuperare i propri soldi, con l’idea che probabilmente non ne vedrà mai neanche un centesimo. I più sfortunati hanno rinnovato l’annuale a pochi giorni dalla chiusura, intere famiglie “fregate” dalle offerte allettanti. Si parla di tanti soldi, c’è chi ha pagato per più membri della stessa famiglia.
Qualcuno era venuto a conoscenza di una possibile cessione d’azienda già qualche settimana fa, con la spiegazione del subentro della Virgin che non avrebbe comportato nulla per gli iscritti, anzi. C’è anche chi dice che non navigano in buone acque neanche le altre due sedi pronte – a detta degli SMS arrivati ai soci – ad accoglierci tutti proseguendo così a Km di distanza l’abbonamento sottoscritto sotto casa. Si vocifera che anche nelle palestre di via Appia sia stata fatta la politica della corsa agli abbonamenti super scontati.
A concludere la beffa, la scomparsa dei proprietari che non sono stati più visti in nessuna delle tre palestre, sembra siano stati cancellati anche tutti i profili social e le uniche voci arrivano dall’avvocato di famiglia che vuole restare anonimo: “Abbiamo fatto un errore nella comunicazione. La Virgin seppure dovesse subentrare non potrà farsi carico dei nostri abbonati. Che però, se vogliono, possono andare nelle altre sedi. Cercheremo bonariamente e, caso per caso, di venire incontro alla gente. Anche se non possiamo restituire tutto al cento per cento. Ci dispiace, ma non facciamo miracoli“.
“Non facciamo i miracoli”, divertente sentire una frase del genere da chi ha fatto sparire mesi e mesi di abbonamenti in pochi giorni lasciando tutti a bocca asciutta. Forse non sono miracoli, ma è magia?
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