Negli ultimi anni si è parlato spesso di sigarette elettroniche, considerate la migliore alternativa per sostituire le classiche sigarette e ovviamente ridurre gli effetti negativi che queste hanno sulla salute. In pochi anni il mercato delle e-cig ha raggiunto livelli importanti spingendo sempre più persone a farne uso, ma quanto è avvenuto negli ultimi giorni potrebbe contribuire in maniera significativa a cambiare la situazione, mettendo in crisi il settore.
Se un emendamento presentato nei giorni scorsi e in via di approvazione in Parlamento dovesse definitivamente passare, potrebbe ripercuotersi in modo tutt’altro che positivo sul settore delle sigarette elettroniche applicando nuove tasse e cambiando per sempre il modo in cui e-cig e ricariche vengono vendute ai consumatori.
Nello specifico sono due le novità arrivate in questi giorni che potrebbero tradursi in una nuova e pesante stangata nei confronti del settore delle sigarette elettroniche. Il primo è un emendamento del decreto fiscale firmato da Simona Vicari di Alternativa Popolare, presentato dalla Commissione Bilancio del Senato. Questo nuovo emendamento segna lo stop alle vendite online di sigarette elettroniche che potranno essere vendute esclusivamente presso le tabaccherie e rivenditori autorizzati. Un provvedimento che, di fatto, porterà la gestione della vendita di e-cig sotto i Monopoli di Stato. I rivenditori online, se l’emendamento dovesse ottenere l’approvazione definitiva, non chiuderanno subito, in quanto l’AAMS avrà tempo fino al 31 marzo 2018 per adottare nuove norme e aggiornare o rilasciare nuove licenze.
In seguito alla presentazione dell’emendamento, il profilo Facebook di Simona Vicari è stato preso di mira con insulti e critiche nei confronti di questo provvedimento che rischia di colpire non solo le aziende del settore, ma anche tutti quei consumatori che verranno colpiti dagli aumenti. Ma l’emendamento è stato difeso in quanto ritenuto necessario per contrastare l’evasione fiscale nel settore, ma anche per migliorare i controlli sui liquidi di ricarica venduti limitando i rischi per la salute dei consumatori.
La seconda stangata, che si aggiunge all’emendamento appena descritto, arriva dalla Corte Costituzionale, che ha deciso come la tassa di €5 sulle ricariche per le e-cig è da considerare legittima non solo per la nicotina contenuta all’interno ma anche per tutte le altre sostanze.
Non sono, ovviamente, mancate le critiche alle novità appena confermate. Il direttore di Sigmagazine, Stefano Caliciuri, ha sottolineato l’incredulità di produttori, consumatori ed esponenti del settore nei confronti dell’emendamento, che rischia di mettere in crisi un settore che negli ultimi anni si è sviluppato attraverso circa 2500 rivenditori e un giro d’affari di 300 milioni di euro. Se il provvedimento è stato descritto come una mossa volta a contrastare l’evasione fiscale, resta da capire in che modo quanto appena descritto si ripercuoterà su quelle aziende che già rispettano le regole pagando le tasse.
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