Nella conferenza di lancio del World Population Prospects 2022 le Nazioni Unite hanno annunciato la stima che prevede il raggiungimento di 8 miliardi di persone sulla Terra entro la data del 15 novembre 2022.
Maria Francesca Spatolisano, segretaria generale del dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, ha annunciato nella conferenza stampa dello scorso 11 luglio l’imminente passaggio a 8 miliardi di persone sul pianeta Terra. Il conto alla rovescia è terminato e secondo le proiezioni più affidabili la popolazione mondiale dovrebbe aver raggiunto gli 8 miliardi. Sono trascorsi 11 anni dal raggiungimento dei 7 miliardi e le Nazioni Unite stimano un rallentamento del ritmo di crescita demografica che porterà la popolazione a raggiungere i 9 miliardi tra 15 anni circa.
Sebbene ci siano voluti centinaia di migliaia di anni prima che la popolazione mondiale crescesse fino a 1 miliardo, nel corso di soli due secoli è stata raggiunta una crescita esponenziale di circa sette volte. Ad oggi, la popolazione sta crescendo a un ritmo più lento dal 1950, essendo scesa sotto l’1 per cento nel 2020.
Questo traguardo record, a dimostrazione di una migliore qualità della vita, testimonia allo stesso tempo forti disuguaglianze. Il World Population Prospects 2022 dimostra come la fertilità sia diminuita notevolmente negli ultimi decenni per molti Paesi. Si prevede che le popolazioni di 61 Paesi o aree diminuiranno dell’1% o più tra il 2022 e il 2050, a causa dei bassi livelli di fertilità sostenuti e, in alcuni casi, degli elevati tassi di emigrazione.
Questo porterà, entro il 2050, ad aumento della popolazione globale concentrato in soli 8 paesi: Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania. In queste previsioni rientra una stima che vedrà l’Africa sub-sahariana raddoppiare la sua popolazione, tale a coprire da sola oltre metà della crescita mondiale.
L’Onu ha così provato ad esortare i leader del pianeta “Per affrontare in modo più sostenibile i bisogni degli individui, i responsabili politici devono capire quante persone vivono sul pianeta, dove si trovano, quanti anni hanno e quante persone verranno dopo di loro”.
Secondo queste stime i Paesi con popolazione di età pari o superiore a 65 anni, tenendo conto del crescente numero di anziani dovrebbero investire in misure volte a istituire sistemi sanitari universali e di assistenza a lungo termine e migliorando la sostenibilità dei sistemi previdenziali e pensionistici. È previsto un aumento di questa fascia fino al 16% entro il 2050, assestandosi a un valore pari a più del doppio del numero di bambini di età inferiore a 5 anni.
Inoltre, nel report delle Nazioni Unite si evince come l’India sostituirà la Cina diventando il Paese più popolato della Terra, in una classifica dove l’Italia si trova al 25° posto con i suoi 59 milioni di abitanti all’incirca.
Tutti questi nuovi record e progressi in materia di salute e sviluppo hanno allungato la durata della nostra vita arrivando ad un’aspettativa globale di 73,3 anni dove l’Italia si assesta con una media di 83 anni circa.
Questa preziosa opportunità di longevità mette in luce e sottolinea come la crescita demografica debba simboleggiare al tempo stesso un campanello d’allarme per la sopravvivenza della nostra specie e per il mantenimento del nostro pianeta. Proprio come ci ha ricordato il segretario generale dell’Onu, nel discorso tenutosi alla cerimonia di apertura della Cop 27 di Sharm El-Sheikh.
“Eccellenze, cari amici, tra pochi giorni la popolazione del nostro pianeta supererà una nuova soglia. Il membro numero 8 miliardi della nostra famiglia umana sarà nato. Questa pietra miliare mette nella giusta prospettiva il significato di questa conferenza sul clima. Come risponderemo quando il “Bambino 8 miliardi” sarà grande abbastanza da chiedere: «Cosa avete fatto per il nostro mondo – e per il nostro Pianeta – quando ne avevate la possibilità?»”.
Visita il link per poter ascoltare l’intera conferenza sul World Population Prospects 2022:
https://media.un.org/en/asset/k1q/k1qpc2kwlf
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