Si parla sempre più spesso di “Deep Web”, descritta come la parte nascosta di internet che, in molti casi, viene utilizzata per attività tutt’altro che legali, portate avanti grazie all’uso di browser web, come ad esempio TOR, che consentono di navigare liberamente e in maniera del tutto anonima rendendo difficile una eventuale identificazione.
Interessante, in tal senso, è una inchiesta pubblicata dal portale Analisidifesa, che evidenzia quanto sia cresciuto il mercato dei passaporti e in generale dei documenti falsi sul deep web anche con poche centinaia di euro.
Realizzato da Federico Bianchini, lo studio conferma che i prezzi di un passaporto falso possono arrivare a €400 per paesi al di fuori dell’UE oppure €850 per uno stato comunitario. Il prezzo sale, comunque, se si sceglie un passaporto con chip biometrico. In ogni caso può cambiare la qualità del documento, e i tempi di attesa possono essere importanti.
I maggiori paesi per la produzione di documenti falsi sono Macedonia, Turchia e altri paesi balcanici, ma più di recente anche la Grecia. In generale, evidenzia lo studio, si tratta di territori dove si registra il maggiore flusso di migranti.
Il metodo di pagamento più sicuro per questo genere di transazioni non è il bitcoin, ma in molti si affidano allo scambio di valute criptate, ad esempio litecoin, rendendo in questo modo l’identificazione impossibile, oppure affidarsi a sistemi di bitcoinfog o bitcoinmixing che di fatto ricicla la valuta virtuale affidandosi a portafogli esterni insieme ai bitcoin di altri utenti, e che in seguito vengono redistribuiti su conti mai utilizzati.
Un mercato illegale di documenti falsi, carte di credito clonate, armi e altre attività illecite, che continua a crescere generando molte preoccupazioni. ma che le autorità riescono in alcuni casi a contrastare con efficacia. Un esempio è dato dai recenti arresti avvenuti a Catania, Bergamo, Palermo, Ancona e Bardonecchia.
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