Famiglia può intendersi il luogo dove c’è una condivisione di ideali, di obiettivi, dove c’è piacere nello stare insieme e c’è affetto e reciproco sostentamento. Che la famiglia venga definita da un rito religioso oppure da un riconoscimento dello Stato è qualcosa che legittima coloro che in essa sono identificati, per la rivendicazione di alcuni diritti, ma anche per doveri intrinsechi del ruolo ricoperto. Ma c’è di più, c’è anche altro.
Negli ultimi anni sembrava fatta, la parola Amore e condivisione non aveva più il peso del genere. Sembrava che le unioni civili non avessero distinzione alcuna. Dopo il Convegno di Verona, sembra d’esser tornati indietro nel tempo. Si vuole che i genitori siano Madre e Padre. Si mettono in discussione le battaglie vinte dalle precedenti generazioni relative al divorzio e l’aborto.
Famiglia in senso stretto, ma anche “la Famiglia” come comunità, come l’insieme delle persone che vivono nel medesimo ambiente condividendo i medesimi ideali. Si può parlare in tal senso di famiglia, ove oltre ai sentimenti, ci siano comuni vedute. Va rispettata la Comunità, l’amicizia.
Va rispettata nella misura in cui quanto approntato all’interno della Comunità rientri in programmi sociali, assistenziali, amicali di divertimento o di semplice convivenza e non ledano agli altri e rispettino le norme vigenti.
Poche settimane fa a Verona c’è stata la Reunion di chi rivendica alla famiglia un ruolo Centrale nella società moderna. Niente di più condivisibile, per la riaffermazione di valori e per non far perdere determinate consuetudini che fanno parte del nostro costume, della nostra storia.
Però si dovrebbe anche saper guardare avanti e non vedere solo alle cose negative legate all’evoluzione della società e delle possibili scelte di vita. Evolversi mantenendo quei principi che sanno distinguere “bene e male” e che possono arrivare a parlare di Famiglia come concetto più ampio. La tradizione, non è contestualizzabile solo con l’idea della madre e del padre. Sono passati gli anni, la società è cambiata e deve cambiare anche l’approccio nel Mondo.
Sono invece emerse a Verona divisioni abissali e principi che ci fanno apparire retrogradi e anacronistici rispetto alle esigenze delle persone. Non sono rispettate le esigenze della gente, al benessere oltreché fisico anche sociale e familiare. Le divisioni sono emerse anche all’interno di chi ha organizzato tale Congresso. Il Presidente del Consiglio Conte ne ha preso le distanze e così parte della maggioranza pentastellata. Anche all’interno della Lega ci sono state defezioni e abbandoni. Insomma Il Ministro Fontana è stato il portavoce del suo programma, e di attivisti pro-life, attivisti antiaborto, contrari alle coppie gay e all’emancipazione femminile ma a livello Nazionale e Internazionale la cosa ha avuto il suo eco, ma non quello sperato da chi l’ha organizzata. A suo fianco il Ministro ha potuto però contare su il Senatore Pillon.
Questi anche, al centro di una Bufera mediatica (non la prima) che gli ha procurato anche una ammenda di € 1.500 e un risarcimento di più di € 30.000 a favore della comunità gay Omphalos di Perugia. L’affermazione delle famiglie tradizionali può benissimo non discriminare le altre, e sopratutto senza apostrofare persone con appellativi impropri e irrispettosi. Dare dell'”adescatore di minori” a chi appartiene ad una comunità Gay. E’ come dare la spinta a comportamenti omofobi contro tutto e tutti, senza saper e volere mai fare distinguo per le singole persone. Gli episodi di violenza – quando tollerate certe affermazioni – non possono che aumentare. C’è chi se ne sente legittimato perchè appoggiato anche da rappresentanti dello Stato.
“È una sentenza in primo grado, non una sentenza definitiva. Ci sarà spazio per l’appello”, ma almeno un segnale da parte di una Giustizia sana e non discriminante è arrivata.
Dopo la sentenza di Perugia però, l’esponente leghista, sempre convinto delle proprie ragioni, ha postato su Facebook un commento con scritto “Forza Simo!”, “ho difeso la famiglia e non mollerò mai“, ha insistito. Non sono tardate le critiche e al contempo i tanti appoggi di estremisti come lui.
Pillon non è nuovo a controverse affermazioni sia in fatto di omofobia, che di affido dei minori, come anche delle separazioni. Il suo ddl 735 è stato al momento fermato dalla Commissione Giustizia al Senato. A parte l’introduzione coattiva del Mediatore Familiare, quale strumento necessario ad una veloce soluzione di conflitti e supporto ai membri della famiglia in una tempistica di max sei mesi, il resto è molto poco “pratico” e non attuale. L’affidamento congiunto cambierebbe forma. Entrambi i genitori devono essere presenti nella vita del minore, così come per il mantenimento. Non dovrebbe esserci la Alienazione genitoriale. Questo concetto viene introdotto come rivendicazione e diritto alla presenza del genitore altrimenti escluso. Questo però è qualcosa giudicato da tutti irreale, che non trova nella realtà dei fatti la volontà e altre volte proprio la necessità di allontanare uno dei due genitori. Il ddl di Pillon” è stato molto criticato e considerato non emendabile, cioè da rifiutare completamente, da diverse associazioni di avvocati, psicologi e operatori che si occupano di famiglia e minori; da giuristi, anche cattolici, da giudici minorili, dai centri antiviolenza, dai movimenti femministi e anche dalle relatrici speciali delle Nazioni Unite sulla violenza e la discriminazione contro le donne” – ancora “una grave regressione che alimenterebbe la disuguaglianza di genere e che non tutelano le donne e i bambini che subiscono violenza in famiglia”.
Se ne chiede lo stralcio più che inserire emendamenti che non ne modificano la sostanza.
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