E’ un appuntamento che ogni anno si rinnova ormai da tanto tempo e che ha il difficile compito di premiare quelle persone che, in tutto il mondo, si sono distinte nei principali ambiti dello scibile umano, dalla chimica alla fisica, fino a spaziare alla letteratura, medicina e molto altro ancora, offrendo ai vincitori un premio in denaro ma soprattutto quella che viene considerata una delle principali onorificenze attualmente esistenti.
Come avviene ogni anno, le premiazioni si tengono a Stoccolma nel mese di ottobre, e anche per questo 2016 sono ufficialmente iniziate, partendo da una delle categorie più importanti. Quest’anno il Premio Nobel per la Medicina è stato assegnato al giapponese Yoshinori Ohsumi, per i suoi studi che hanno evidenziato l’importanza del meccanismo che regola il processo dell’autofagia nelle cellule.
Gli studi di Yoshinori Ohsumi gli sono valsi il Premio Nobel per la Medicina perchè hanno permesso di comprendere in maniera ancora più approfondita in che modo le cellule usano le sostanze di scarto attraverso questo processo complesso. L’autofagia è un processo considerato fondamentale nella vita delle cellule, si attiva generalmente in condizioni di stress e riesce ad eliminare quelle sostanze dannose trasportandole nel cosiddetto lisosoma, una zona dedicata alla degradazione. Ad esempio dopo un infezione l’autofagia è in grado di liberarsi di virus presenti nel corpo, e secondo quanto rivelato, questo processo può rivelarsi fondamentale per la salute del corpo umano, ma la mutazione dei geni che regolano questo meccanismo può provocare diverse malattie dal cancro alle patologie neurologiche.
Già negli anni ’60 era stata ipotizzata l’esistenza di un processo del genere, ma gli studi di Ohsumi effettuati negli anni ’90 hanno permesso di confermarne l’esistenza e il funzionamento. Yoshinori Ohsumi, studiando del semplice lievito usato per il pane, è stato in grado di dimostrare l’esistenza di un meccanismo che consente al microrganismo di liberarsi di tutte le sostanze di scarto, presente anche in tutte le altre cellule esistenti. Yoshinori Ohsumi, 71 anni, è stato scelto per il Premio Nobel per la Medicina tra 273 scienziati candidati quest’anno alla vittoria, uno scienziato che dopo aver lavorato alcuni anni a New York, presso la Rockefeller University è tornato in Giappone nel 1988 e attualmente insegna presso il Tokyo Institute of Technology.
E se il Giappone può dirsi soddisfatto di questo risultato, non è una situazione semplice quella presente in Italia come evidenziato anche da Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, che ha sottolineato come sia necessario che l’Italia investa più risorse nella ricerca di base per poter riportare il Nobel per la Medicina ad uno scienziato italiano e tornare ad essere competitivi in questo ambito, considerando che in questo momento solo grandi paesi come Cina, USA o Giappone possono vantare questo genere di risultati.
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