Come un tuono giungono a Palazzo Chigi le parole di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, sul piano realizzato dal Governo per la gestione e la suddivisione dei fondi in arrivo dall’Unione Europea con il Recovery Fund. L’ex premier boccia severamente il piano di interventi e rimescola le carte in tavola, facendo realisticamente saltare la data prevista per l’approvazione della bozza nelle Camere, la quale era stata collocata al 30 dicembre.
Renzi attacca direttamente il piano e manifesta le proprie intenzioni di collaborare al Piano di ripresa e resilienza con il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e non con il premier Conte. Una mossa politica che viene seguita anche dalla minaccia delle dimissioni delle due ministre di Italia Viva attualmente al Governo, Bellanova e Bonetti. Al termine di questa giornata complessa arriva, in serata, l’annuncio di un incontro all’indomani, tra Gualtieri e Amendola e le rappresentanze di Italia Viva, LeU e Autonomie, nella speranza di ricucire lo strappo.
La paura maggiore è quella di un appoggio da parte del Pd alle accuse di Renzi nei confronti del Piano, che porterebbe naturalmente ad una crisi di Governo. Intanto, l’ex premier ha indicato che le proprie rimostranze verranno riassunte in 61 punti che verranno presentati ai sopracitati ministri con il nome “Ciao”, che funge da acronimo per: Cultura, Infrastrutture, Ambiente, Opportunità. C’è chi ha voluto vedere nel nome dato all’emendamento un messaggio implicito al Governo, ma si ritiene che in assenza di conferme da parte dei diretti interessati, tali speculazioni possano essere lasciate nel cassetto delle “scelte kitsch che sarebbero totalmente inappropriate al contesto”.
Nome a parte, la faccenda rimane un grosso problema da risolvere per Conte, visto che le parole al vetriolo non sono mancate soprattutto con riferimento alla competenza dei membri del Movimento 5 Stelle, dal momento che viene affermato dall’ex sindaco di Firenze come siano “i grillini a mettere in crisi il governo” e rincarando la dose su quella che viene indicata come un’ideologica e sterile opposizione a Mes e Tav, ritenuti invece da Italia Viva come necessari alla ripartenza del paese.
Anche la critica al piano in sé non è affatto leggera: viene definito un “elenco raffazzonato” e un “collage di idee senz’anima”. In breve, insomma, come l’unione senza una visione d’insieme di una serie di provvedimenti ragionati dai singoli ministri accostati solamente in sede di presentazione del piano.
Le osservazioni del Pd verranno invece fatte arrivare al tavolo del premier già questa sera. Zingaretti ha parlato di aggiustamenti, senza nessuna intenzione di ribaltare il piano. La prospettiva è tuttavia quella che si allungheranno i tempi per la presentazione del piano all’Unione Europea, che, a seconda di quanto tempo richiederanno le consultazioni e conseguenti modifiche che perverranno dal confronto con Italia Viva, slitterà probabilmente a Marzo.
Il contenuto del Piano, a ben vedere, era apparso inadeguato fin dall’inizio e oggetto di piccate critiche, sia molto generiche e prive di specifica analisi come quelle di Lega e Fratelli d’Italia, sia nel merito, con Calenda che aveva indicato l’assenza di qualsivoglia specifica menzione ad un piano di investimenti preciso per i giovani, facendo pervenire al Governo la proposta del proprio partito sull’argomento. Uno spacco governativo conseguente alle parole di Renzi, ad ogni modo, appare difficile, ma certamente è evidente il clima di profonda tensione che circola nei corridoi governativi.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.