Ieri la Camera ha approvato con 361 sì e 7 no, in via definitiva il ddl Boschi di riforma della Costituzione. Ora sarà la volta del Referendum confermativo, che ad ottobre, sancirà o meno la nascita della Nuova Costituzione.
Matteo Renzi dall’estero, ha definito quello di ieri un giornata storica. In effetti, il messaggio di solidità della maggioranza stavolta c’è stato. Le riforme da sempre annunciate, ma mai realizzate, sembrerebbero potersi concretizzare, almeno in questo ambito, secondo il disegno più volte annunciato.
I punti salienti della riforma Boschi riguardano:
SENATO: composto da 100 membri, rappresenterà tutto ciò che rientra nel contesto territoriale. I compiti riguarderanno le realtà locali.
Ci saranno 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 senatori di nomina presidenziale + i Senatori a vita tra gli ex Presidenti della Repubblica. Avranno immunità propria del titolo Parlamentare, mentre il compenso percepito dovrà essere pari a quello delle strutture di appartenenza (staremo a vedere….+ tutti i vari rimborsi).
Le regioni avranno altri 90 giorni di tempo per adeguarsi alla normativa nazionale. I cinque senatori di nomina presidenziale non saranno più in carica a vita, ma perdureranno per tutto il periodo del Mandato del Presidenti della Repubblica ossia sette anni e non possono essere rinominati.
I due organi del Parlamento avranno funzioni differenti. Alla Camera (composta sempre da 630 deputati), spetta la titolarità del rapporto di fiducia e la funzione di indirizzo politico, e funzione di controllo dell’operato del Governo. Al Senato spettano compiti più d’interesse Locale/Regionale/Comunali/ Comunitarie. Il Senato potrà votare la legge di bilancio: le proposte di modifica vanno consegnate entro 15 giorni e comunque l’ultima parola spetta alla Camera.
Spariscono le Province che non esisteranno più, non avendo più una funzione amministrativa propria
La funzione legislativa è esercitata da entrambe le Camere, sia per le procedure ordinarie, in cui la la proposta di legge nella forma di disegno viene approvata da prima alla Camera dei Deputati e poi trasmessa al Senato. Entro 10 giorni deve essere esaminata e nei successivi 30 proporre le modifiche o approvarla. La procedura prende atto ove ci sia la richiesta di almeno un terzo dei Senatori. Senato non avrà più il potere di dare o togliere la fiducia al governo, che sarà una prerogativa della Camera. Il Senato avrà però la possibilità di esprimere proposte di modifica anche sulle leggi che esulano dalle sue competenze. Sarà poi la Camera dei Deputati a Montecitorio a dare il via definitivo alla legge. Il presidente della Repubblica promulgherà.
Elezione del Presidente della Repubblica: non basterà più la metà più uno degli elettori, ma serviranno i due terzi per i primi scrutini; poi i tre quinti; dal settimo scrutinio saranno necessari i tre quinti dei votanti. Sarà il presidente della Camera (e non più del Senato) a sostituire il presidente della Repubblica in caso di sopravvenuta necessità
Ci sono novità anche nell’ambito delle leggi di iniziativa popolare: La richiesta prevederà la raccolta di 150.000 firme e successiva approvazione da parte della Camera.
Per i Referendum c’è la novità dei Referendum popolari Propositivi e di indirizzo, ma anche qui sarà la Camera stabilirà se attuarli o meno
Sembra insomma che tutto il potere decisionale e d’indirizzo si concentri sulla Camera dei Deputati. Il Senato si dovrà occupare delle Regioni e Enti Locali e avrà un potere meramente Consultivo. Speriamo che l’equilibrio da sempre prerogativa del Bicamerlismo non venga meno in maniera preponderante. Tutto dovrebbe diventare più veloce e il Senato ci dovrebbe “costare ” di meno. Da tali riforme forse l’iter legislativo potrà avere maggiore velocità. Il governo avrà una corsia preferenziale per i suoi provvedimenti, la Camera dovrà metterli in votazione entro 70 giorni. Il potere esecutivo si rafforza ulteriormente, sperando che ciò porti a riforme più veloci ma giuste. …Speriamo bene
Dobbiamo però aspettare il Referendum di ottobre.
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