Venerdì 17 ha deciso di dire addio alla vita Guido Conti, a soli 58 anni, ex generale in congedo del Corpo Forestale. Il suo cadavere è stato trovato ai piedi del monte Morrone, in Abruzzo, con vicino due lettere. Giovedì sera aveva bloccato il suo profilo Facebook, ma nessuno aveva minimamente sospettato cosa stesse architettando. Aveva avviato la messa in atto della sua condanna, una condanna che si era dato da solo, dopo essersi processato e alla fine sparato un colpo di pistola alla tempia destra. Dopo la tragedia del 18 gennaio scorso avvenuta a Rigopiano, per il crollo dell’albergo a seguito della valanga che uccise 29 delle 40 persone presenti nell’hotel, si sentiva anche se in parte, colpevole.
Così venerdì mattina è uscito di casa a Sulmona dando appuntamento alla moglie per il pranzo. Poi in una tabaccheria ha acquistato tre fogli, tre buste ma un solo francobollo e ha poi scritto le sue tre lettere di addio. Una indirizzata alla famiglia e una alla sorella, sono state ritrovate accanto al suo corpo. Della terza non si hanno ancora notizie e probabilmente starà per essere consegnata chissà a chi in questi giorni. Come comunica l’AdnKronos una delle due lettere riportava: “Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l’albergo, di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: Potevo fare di più?”. Una colpa che non rientra tra i veri indagati della tragedia.
Gli investigatori stanno cercando la terza lettera inviata ad un destinatario misterioso, prima di concludere lo strano puzzle che porta solo dolore.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.