Entrare nella Fase 2, il passo successivo verso il graduale riavvicinamento alla normalità pre-coronavirus, significherà soprattutto la possibilità di uscire dalla quarantena per tornare al proprio lavoro.
La condicio sine qua non per questa nuova fase sarà la sanificazione degli ambienti di lavoro e l’implementazione di nuovi protocolli di sicurezza. Senza dimenticare che si potrà ricominciare quando il numero dei nuovi contagi rientrerà stabilmente nei livelli di guardia (Qui l’aggiornamento sulle statistiche riguardanti l’emergenza sanitaria da Covid-19).
Per aiutare le realtà economiche del paese in questa transizione e predisporsi alla ripresa, il governo ha varato un pacchetto di agevolazioni inserite nel DL 18/2020 (Decreto Cura Italia) e ampliate con il DL 23/2020 (Decreto Liquidità).
Andremo ora a vedere nello specifico di che tipo di aiuti si tratta.
Le agevolazioni contenute nel Decreto Cura Italia
Il 17 marzo il Governo Conte ha emanato il primo decreto in merito all’emergenza Covid-19, il Cura Italia. All’articolo 64 troviamo il Credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro che recita testualmente:
Allo scopo di incentivare la sanificazione degli ambienti di lavoro, quale misura di contenimento del contagio del virus COVID-19, ai soggetti esercenti attivita’ d’impresa, arte o professione è riconosciuto, per il periodo d’imposta 2020, un credito d’imposta, nella misura del 50 per cento delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute e documentate fino ad un massimo di 20.000 euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo massimo di 50 milioni di euro per l’anno 2020.
Il primo passaggio fondamentale per aziende ed esercizi commerciali sarà sanificare l’ambiente di lavoro, il governo si propone di pagare metà di queste spese fino a un credito di 20.000 euro. L’ammontare totale degli aiuti, stando alla legge attualmente in vigore, non potrà sforare i 50 milioni di euro, ma è verosimile che questa cifra sia destinata a crescere.
Va inoltre aggiunto che bisognerà rivolgersi ad aziende autorizzate per ottenere l’incentivo, quindi realtà iscritte alla Camera di Commercio in possesso della regolare abilitiazione (secondo DM 274/1997 lettere C, D ed E). Non esiste un processo unico di sanificazione, ma questa potrà avvenire attraverso lo spargimento di agenti chimici disinfettanti o mediante l’utilizzo gas microbicida ozono, saranno gli esperti che, a seconda delle caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro da sanificare, stabiliranno le metodiche di intervento più adeguate a garantire sicurezza e salubrità.
Le agevolazioni contenute nel Decreto Liquidità
L’8 aprile il governo ha poi implementato il quadro giuridico di riferimento con il Decreto Liquidità, il disegno di legge che ha toccato vari punti in merito al finanziamento di imprese e privati, ed è tornato sulla questione della sicurezza sul luogo di lavoro.
L’articolo 30 relativo al Credito d’imposta per l’acquisto di dispositivi di protezione nei luoghi di lavoro recita testualmente:
Al fine di incentivare l’acquisto di attrezzature volte a evitare il contagio del virus COVID-19 nei luoghi di lavoro, il credito d’imposta di cui all’articolo 64 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, trova applicazione secondo le misure e nei limiti di spesa complessivi ivi previsti, anche per le spese sostenute nell’anno 2020 per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e altri dispositivi di sicurezza atti a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici e a garantire la distanza di sicurezza interpersonale.
Quindi il governo si impegna a sostenere anche la spesa relativa a guanti, mascherine, occhiali, visiere, tute, calzari, ma anche gel disinfettanti, detergenti e addirittura pannelli di protezione (come i plexiglass) sempre nella misura del 50% per un credito non superiore ai 20.000 euro. Questa cifra va intesa come unica sia per l’acquisto di DPI (dispositivi di protezione individuale) che per pagare la sanificazione.
Queste misure sono da intendersi come temporanee e probabilmente saranno ulteriormente incrementate in futuro. In ogni caso rappresentano un primo step che aiuterà le realtà economiche del nostro paese ad entrare in questa nuova fase di rilancio.
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