Come cambia la vita sotto le lenzuola quando nella vita di una coppia arriva un frugolo. All’inizio di questa nuova avventura entrambi i genitori sono ovviamente presi dalle esigenze continue, costanti del nuovo arrivato. Non c’è tempo neppure per pensare a se stessi, sia la mente che il corpo sono assorti dal pargolo. Per le donne in particolare, la missione gravosa già per i nove mesi antecedenti la nascita, diventa ancora e molto più impegnativa tra poppate e/o tiralatte, tra sterilizzatori e pannolini, creme all’ossido di zinco e rigurgiti. L’uomo, ormai (insomma, diciamo che i papà moderni sono molto più presenti che in passato) fa quel che può, aiuta, fa la spesa, compra il latte in polvere, se serve, l’acqua più adatta – quella con le bottiglie in vetro della farmacia – i pannolini, i biberon che aiutano a non formare aria per le colichette. Molti papà la notte si alzano e allattano i figli, fanno i bagnetti e giocano coi bimbi. Fanno, aldilà di quanto la genetica impone, i genitori con una buona percentuale di impegno e sopratutto dovrebbero fungere da sostegno morale oltre che fisico alla propria compagna.
Ma di tutto questa bellissima parte della vita c’è un fattore che è stato messo da parte forse un po troppo. Un fattore che – insomma – determina in nostro essere, il nostro carattere, il modo di porci, l’armonia col corpo, anche la disponibilità con gli altri, il nostro dare e ricevere, che ci completa come coppia oltre che a livello di corpo anche di testa. Gli uomini è noto che sono condizionati molto dal fattore sesso, come elemento che personalizza e determina la propria esistenza. Le donne pur criticando, alla fin fine lo apprezzano, perché poi in definitiva, è su di loro che le attenzioni ricadono, e nel gioco delle parti, il sesso manda avanti il mondo.
Diventare genitori spersonalizza, L’elemento sesso per molte coppie durante la gravidanza diventa inesistente, un ricordo, un tabù. A parte quando ci sono evidenti difficoltà fisiche, per talune gestanti che ne impongano la sospensione, per tutte le altre coppie, non c’è motivo alcuno, se non un fattore psicologico, di interrompere – se va ad entrambi – i rapporti sessuali. Vivere serenamente questo evento, senza privarsi di momenti di intimità sarebbero auspicabili se non anche fondamentali nella vita di coppia. Non c’è niente di male e “non fa male al bambino”.
Dopo il parto, la donna deve recuperare sia fisicamente che mentalmente le energie spese e i tessuti che ovviamente hanno subito sia trasformazioni che traumi. Dal punto di vista medico dopo il parto, sia vaginale che cesareo, è giusto interrompere i rapporti sessuali per un periodo variabile fra uno e tre mesi. In particolare dopo un parto vaginale è molto frequente dover eseguire una sutura più o meno complicata. Tutto questo può ridimensionare il rapporto in coccole e attenzioni che comunque non dovrebbero mai mancare.
Ma appena il corpo e la mente riacquista spazio e si riattivano i desideri di amare e essere amati, e ci si ripropone con una seratina romantica – subito dopo l’ultima poppata – può esserci sempre qualcosa che va storto, ma comunque bisogna voler trovare una soluzione.
Uno studio inglese ha evidenziato come, dopo l’arrivo dei figli in casa cambino le abitudini sessuali. I fattori determinanti sono oltre la presenza nella stanza del bambini e anche il fattore età dei genitori (da interpretarsi come stanchezza, dato che i risultati rispecchiano una frequenza di rapporti sessuali via via decrescente, all’aumento dell’età dei neo mamma e papà).
All’inizio della ri-frequentazione c’è come una ricerca, una spinta verso la riscoperta: tornare ad essere coloro che si frequentavano sotto le lenzuola, prima dei figli. I dati raccolti parlano di rapporti, nel primo anno di età del bambino (dal 4/5 mese dopo il parto) di circa 1 o 2 volte alla settimana. In questo periodo la creatività e la ricerca di spazi per ritrovarsi è notevole, malgrado le continue richieste dei neonati. C’è una certa voglia che pervade i corpi malgrado la stanchezza. Molte coppie finiscono per fare sesso con i bambini nella stanza . Tale dato è maggiormente evidente per le coppie più grandi (che sono quelle che normalmente tengono i figli in camera con loro). L’armonia della coppia in tali situazioni può essere destabilizzata da lagne o pianti, ma anche da un paio di occhi fissi.
Dai racconti dei genitori, molte delle soluzioni, negli anni successivi, quando i figli girano per casa o potrebbero farlo – oltre alla porta della camera chiusa a chiave – è la soluzione bagno. Molti degli intervistati hanno infatti dichiarato di aver sensibilmente diminuito la frequenza dei rapporti sessuali nei successivi tre anni e comunque aver ridotto molte delle attenzioni a gesti e modi per arrivare il prima possibile alla soddisfazione fisica. I luoghi insoliti e i momenti imprevisti hanno sostituito i momenti romantici. Alcune coppie hanno però ammesso di aver trovato una soluzione dandosi degli appuntamenti in casa quando i figli sono all’asilo o comunque lontani da casa per ritrovare il partner romantico e ricercare le emozioni di un tempo.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.