Poche sere fa ho fatto vedere a mio figlio una vecchia videocassetta del primo film di Silvester Stallone, Rocky. Non c’è maschietto della mia generazione che non sia cresciuto senza aver visto le memorabili gesta del Fortunato pugile (prima sfigato). Una storia drammatica, avvincente, che da una carica interiore come pochi film. Storia nuda e cruda, d’amore con la sua Adriana, che ha un bellissimo finale. Forse un po’ lenta e a tratti non troppo ben confezionata, ma sicuramente sincera. Mio figlio di undici anni, questa lentezza non l’ha apprezzata troppo. La prima sera, complice la giornata scolastica, mi ha chiesto di interrompere la visione a metà e andare a dormire. Ci sono rimasto anche un po’ male, capirai per me Rocky – alla sua età – era stato un eroe, uno che ce l’aveva fatta malgrado tutto. Di fatto Rocky Balboa nel primo film è un disgraziato che fa combattimenti da quattro soldi e fa l’esattore per un boss italo-americano. Non sa parlare, si muove goffamente. Ha la fortuna che il campione del Mondo sceglie il suo nome tra i tanti presenti nell’Albo dei Pugili. Un biglietto della Lotteria. C’è una metamorfosi del personaggio che poco a poco riemerge dalle sue stesse ceneri e tira fuori grinta, tenacia e forza di volontà. Tira fuori anche dei sentimenti sinceri e puri che vengono trasmessi a chi guarda il film, che non può non diventare un suo fan.
Mio figlio, inaspettatamente, il giorno successivo mi ha chiesto di continuare a vedere il film. Come due ragazzini ci siamo messi sul divano e abbiamo iniziato a condividere l’allenamento, le mosse e ovviamente ad imitare il campione del ring (con tanto solletico noi). Mi è piaciuto così tanto poter parlare con lui, dei sentimenti, della forza di volontà, del sacrificio, che da padre ho visto quel film in maniera completamente diversa, così come ho visto il pugilato in maniera differente. Molti di quelli che salgono sul ring non combattono realmente contro l’avversario che hanno davanti. Il vero nemico è la loro stessa vita, ciò che hanno passato e subito, la voglia di riscatto. Un tempo, quando questo sport era più seguito, chi combatteva era gente con una preparazione e possibilità economiche davvero misere. Diventava anche una battaglia per ciò che la vita gli aveva riservato nella ricerca del rispetto.
Dopo il primo Rocky, siamo passati al secondo – forse il più bello in assoluto. I personaggi perdono i panni grezzi e trovano la forza di mostrarsi per ciò che sono veramente. Stallone, conosciuto come Rocky e Rambo ho scoperto oggi essere un buon sceneggiatore, e regista. Una bella storia con un bel finale.
Ora tutte le sere mi tocca fare flessioni sulle braccia, addominali e circa una mezz’oretta di combattimento ma sul lettone. Ogni tanto qualche colpo inaspettato mi arriva…. e vabbè ci sta. Sorvolo sul Rocky 3 e Rocky 4 che sono stati film per fare soldi. Il Balboa del 2 film aveva un occhio dal quale non vedeva più, poi nel 3 è sparito magicamente tutto ed è diventato un gran figo, ma non ha più gli occhi della tigre. Non ha più fame di vittorie. Viene battuto dal “Mohawk” che faceva gli A-Team – Mr.T, ma poi ovviamente recupera grazie al suo nuovo allenatore (dopo la dipartita del suo vecchio allenatore), Apollo Creed – un tempo avversario, ora allenatore ed amico e torna a vincere. In Rocky 4, dopo la morte di Apollo Creed ( risalito sul ring) per mano di “Io ti spiezzo in due” – Ivan Drago, Rocky vince in Russia abbattendo la montagna dell’avversario e conquistando anche il pubblico russo….ma finendo col tremare tutto perché (succede molto spesso ai pugili, sopravviene una malattia, la encefalopatia traumatica cronica – CTE). Rocky 5 riprende le giuste misure con il personaggio originale. Stallone riprende tempi e modi e per qualche verso sembra di tornare al Rocky del secondo atto. Tornano i valori e l’amicizia, ma in questo film è segnato dalla truffa subita e il ritorno in uno stato di semi-povertà. Dovrà ricominciare tutto da capo. Perdendo casa, auto, ricchezze, ritornano al vecchio quartiere per ricominciare a lavorare. Il film è segnato da un’altra fattura, quella che si consuma con il figlio. Rocky lo trascurerà per seguire una “promessa del pugilato” e a lui dedicandosi completamente, per essere poi tradito. Dovrà cercare di riconquistare il figlio, chiedendogli scusa. L’ennesimo colpo di una vita fatta si di gloria, ma anche di tanti pugni e colpi bassi fuori dal ring. Non ci sarà un vero incontro di boxe, per colui che ha attaccato al chiodo i guantoni. ci sarà però uno scontro duro nelle strade per riconquistare rispetto e dignità.
La Saga di Rocky continua con Rocky Balboa, un’improbabile storia di un sessantenne che affronta un campione del Mondo pesi massimi, ma che pur non vincendo guadagna sempre quel rispetto che Rocky / Stallone va cercando in ogni puntata. Con Creed e Creed 2 : arriva un nuovo personaggio nella vita di Rocky, il figlio di Apollo, Adonis Creed, che vuole diventare campione del Mondo per dimostrare che lui è in gamba come e quanto il padre. Ci riesce subito nel primo episodio, ma poi viene messo KO dal figlio di Ivan Drago, che torna prepotentemente, come un fantasma del passato, nella vita dei protagonisti. La fine è scontata, ma il film vale la pena vederlo. Nel primo episodio Rocky deve combattere anche contro un tumore. Ormai i personaggi stanno morendo tutti (come a Guerre Stellari), fortunatamente questa saga si interrompe prima per sopraggiunti limiti di età. La Boxe (guardata sul video) trasmette tanta adrenalina, ma i pugni veri fanno male, tanto. La storia però finisce con Adonis Creed che sconfigge i Drago (che anche avevano fantasmi e abbandoni e dolori della vita vera) e diventa marito e papà e un Rocky Balboa che torna dal figlio e fa il nonno.
Mi fermo qui. Rocky per me da ragazzino ha significato molto. Dava una spinta in ogni situazione di disagio, nelle tipiche difficoltà adolescenziali, quella colonna sonora era una spinta ad affrontare ogni scalinata. Da adulto mi è piaciuto condividere con mio figlio qualcosa che comunque ci legherà. Un film, si anche. Una storia e tanti pugni e la ginnastica che facciamo tutte le sere insieme. A lui questo film passerà, come tutti quelli che è abituato a vedere… e sono tanti. Però magari da grande gli capiterà di rivederne uno spezzone, magari si rimetterà a vederlo in un angolo buio e si ricorderà di me.
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