In Italia solo il 32,2% delle donne meridionali è occupato professionalmente

Secondo i dati Eurostat, nel 2020, anno della pandemia, in Europa si è registrato un tasso di occupazione femminile del 62,4%, ma per quanto riguarda le regioni del Sud Italia i dati cambiano: in questa zona il tasso si è attestato intorno al 30%, in particolare con la Puglia al 32,8%, la Campania al 28,7%, la Calabria al 29% e la Sicilia al 29,3%. Le quattro regioni del Meridione risultano le peggiori all’interno del quadro dell’Unione Europea.

Nel 2020, nella fascia femminile tra i 15 e i 64 anni, risultava al lavoro meno di una donna su due, un dato preoccupante soprattutto se messo a paragone con quello di altri stati come la Germania, che secondo le analisi riporta un tasso di occupazione femminile del 73,2%.

La questione della disuguaglianza di genere è stata affrontata a livello internazionale. Come ha dichiarato il presidente del consiglio Mario Draghi nel corso del  Women Political Leaders Summit 2021, è necessario velocizzare il processo di cambiamento, anche se il percorso appare ancora lungo e complesso.

Per quanto riguarda il contesto italiano, il problema risiede soprattutto nella mancanza di un sistema di welfare che consenta alle donne di occuparsi della propria professione, senza dover operare una scelta tra famiglia e lavoro. In tutta Italia, la nascita di un figlio cambia la vita professionale di una donna molto di più rispetto a quella di un uomo. La disparità tra donne occupate e uomini occupati è ormai un dato certo: secondo le analisi, le donne con figli e impegnate professionalmente sono solo il 53,5%, mentre la statistica sale al l’83,5% per gli uomini. In assenza di figli invece i dati si avvicinano, con un tasso di occupazione del 76,7% per maschi e 69,8% per le femmine. In Italia l’arrivo di un figlio favorisce l’occupazione maschile, e fa diminuire quella femminile. Questo fenomeno non si verifica negli altri paesi europei, dove sono presenti servizi a sostegno della maternità.

In questo contesto, si inserisce il disegno di legge per la parità di coppia presentato in Senato dal Pd. La proposta di legge denominata “Interventi per l’equità di genere nel tempo dedicato al lavoro e alla cura dei figli”, è stato promosso dai senatori del Partito democratico Tommaso Nannicini e Valeria Fedeli.  Il disegno di legge, composto da 12 articoli, si pone come obiettivo la condivisione dei tempi di lavoro e di vita, attraverso congedi obbligatori per mamme e papà, indennità per part time e lavoro agile condiviso, incentivi alle imprese e servizi territoriali. Tutto questo per raggiungere la Equally Shared Parenting, ovvero la genitorialità equamente condivisa. Fedeli precisa che questo disegno di legge “rappresenta una riforma rivoluzionaria. Finora la logica della conciliazione ha portato a operazioni assistenziali che non cambiano la discriminazione verso le donne.”

 

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