A 35 miglia nautiche dalla costa al largo di Misurata, tre pescherecci italiani sono stati colpiti dagli spari della mitragliatrice di una motovedetta militare libica, il comandante G.Giancalone, al timone di una delle tre imbarcazioni (Aliseo) di Mazara del Vallo, viene ferito a un braccio.
Il punto di vista della Marina libica: dopo gli attacchi verbali della Lega: “Serve un intervento diplomatico per garantire la sicurezza alle nostre imbarcazioni” e di Letta: “Ciò che è successo è inconcepibile”, le autorità libiche smentiscono la volontarietà dell’accaduto. Stando alle parole del commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, portavoce della Marina libica, si trattava di colpi di avvertimento rivolti ai tre pescherecci che stavano sconfinando, in quanto la guarda costiera locale prova a fermarli se in acque non autorizzate. Continua aggiungendo che nel territorio della Libia, vi erano altri cinque pescherecci senza il permesso del governo e che la funzione della guardia costiera è anche quella di controllo della pesca.
Il punto di vista della Marina italiana: è stata la fregata Libeccio a dirigersi in salvo delle 3 imbarcazioni italiane (Aliseo, Artemide e Nuovo Cosimo), aggiungendo che la zona in cui si trovavano è stata definita ad “alto rischio”. Impegnata nell’operazione “Mare Sicuro“, l’intervento della nave Libeccio è stato rapido e puntuale, avendo raggiunto a tutta velocità i pescherecci in pericolo nonostante si trovassero a più di 60 miglia. A sostegno dell’operazione è stato anche inviato un velivolo della Marina Militare da ricognizione, che afferma di aver visto i colpi da arma da fuoco.
Le autorità politiche: molto dura è stata la riposta di tutti i partiti. Sia la Lega che il PD si dichiarano estremamente contrariati e preoccupati per quanto successo, la sicurezza delle imbarcazioni italiane dovrebbe essere garantita in ogni momento. La Lega aggiunge di aver richiesto da tempo delle maggiori disposizioni di controllo e un intervento diplomatico per garantirne l’incolumità. Si esprime anche il capogruppo al Senato di Italia Viva, Davide Faraone, che attacca la Libia ricordando prima il sequestro dei 18 pescatori da parte di Haftar, rimasti prigionieri per più di 100 giorni e poi i colpi di mitra contro i pescherecci. Rimangono quindi molto delicati i rapporti con la Libia, che spesso non si fa mancare maltrattamenti e uccisioni nei confronti dei naufraghi nei centri di reclusione. Si fa sentire anche Salvatore Quinci, sindaco di Mazara del Vallo, che richiede un urgente intervento del governo per risolvere civilmente la questione navi da pesca, in quanto la maggior parte, data la rischiosità delle acque libiche, si trova ammassata tra Malta e Lampedusa. Si pensa ad un accordo europeo per la sicurezza o all’intensificazione del servizio di vigilanza della Guardia Costiera italiana.
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