Spotify: 2 milioni gli utenti che hanno usato app illegali per bloccare la pubblicità sulla versione free

Le piattaforme di musica in streaming hanno contribuito in modo significativo a rivoluzionare il settore della musica, e in particolare il modo in cui le persone la ascoltano, offrendo a milioni di utenti l’accesso a servizi pensati appositamente per ascoltare la propria musica preferita pagando un abbonamento mensile per avere accesso ad una libreria digitale composta da decine di milioni di brani.

In questo settore in costante crescita, che continua a incontrare le esigenze del pubblico, Spotify è senza dubbio l’esponente di maggior rilievo, considerata la piattaforma per lo streaming di musica più popolare e diffusa al mondo. Nelle ultime settimane, tuttavia, ha fatto discutere la stretta applicata dalla società che, di fatto, ha bloccato tutte quelle app illegali che consentivano a chiunque di ascoltare musica attraverso la versione free di Spotify, eliminando la pubblicità senza pagare alcun abbonamento. E adesso arrivano i numeri che confermano quanto diffusa fosse questa pratica, tanto da coinvolgere milioni di utenti.

Il funzionamento di Spotify è piuttosto semplice e immediato e la base di utenti si divide in due categorie. Gli utenti Premium sono quelli che pagano regolarmente l’abbonamento e, per questo, hanno accesso all’esperienza completa offerta dall’app, permettendo di ascoltare musica senza interruzioni pubblicitarie, scegliere i brani da ascoltare, creare playlist personalizzate e molto altro. La versione gratuita, invece, non richiede alcun abbonamento ma ovviamente presenta una serie di limitazioni, dalla presenza di pubblicità all’impossibilità di scegliere quale musica ascoltare.

Negli ultimi anni sono comparse sul web moltissime applicazioni, ovviamente illegali, che aggirando i controlli permettevano agli utenti Spotify di usare la versione free, bloccando la pubblicità e funzionando in maniera molto simile alla versione Premium, senza rendere necessario un abbonamento. Qualche settimana fa Spotify ha quindi deciso di intervenire bloccando le app in questione e inviando una comunicazione ai “furbetti” che si affidavano a queste soluzioni, minacciando la chiusura dell’account.

In quell’occasione, tuttavia, non era del tutto chiara quale fosse l’entità del fenomeno. Dai documenti che Spotify ha di recente depositato in vista della futura quotazione in borsa, è possibile apprendere ulteriori dettagli. Dei 157 milioni di utenti attivi su Spotify alla fine del 2017, 86 milioni dei quali si affida alla versione gratuita dell’app, sarebbero 2 milioni gli utenti che hanno usufruito della versione free attraverso app craccate che bloccano la pubblicità.

Si tratta di una fetta di utenti consistente che accedeva all’esperienza offerta da Spotify in maniera del tutto gratuita, contribuendo ad aumentare le spese per la società senza che questa potesse rientrare delle spese sostenute per offrire la versione gratuita dell’app. A questo si aggiunge anche il fatto che difficilmente questi 2 milioni di furbetti sarebbero passati, un giorno, alla versione Premium pagando quindi l’abbonamento.

Nonostante la saggia decisione presa da Spotify, anche a beneficio degli utenti onesti, non sono mancati i pareri discordanti da parte di chi ha scelto di criticare sui social questo provvedimento.

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