Strage di Erba: ricorso respinto per Rosa e Olindo

25 marzo 2025. I supremi giudici della Corte di Cassazione dicono ufficialmente e con sentenza definitiva “No” al ricorso presentato dai difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano. I due, artefici di quella che è conosciuta come “Strage di Erba”, dovranno scontare la pena dell’ergastolo per i fatti accaduti nel famoso 11 dicembre 2006.

La Strage di Erba: i fatti

È l’11 dicembre del 2006. Sembra una serata apparentemente tranquilla, eppure, proprio in quella notte, si consumerà una delle stragi più drammatiche del panorama italiano. Ci troviamo ad Erba quando ad un tratto, il numero 25 di Via Diaz si ritrova avvolto dalle fiamme. I soccorritori giunti sul posto trovano quattro cadaveri: si tratta di Raffaella Castagna (30 anni), Youseff, suo figlio ( due anni e tre mesi), Paola Galli, la madre di lei (60 anni) e Valeria Cherubini, una loro vicina di casa (55 anni). In questo mare di morte, però, c’è un sopravvissuto: Mario Frigerio. L’uomo, percosso e accoltellato alla gola, è riuscito a salvarsi grazie ad una malformazione congenita della carotide. È l’unico superstite di quella notte infernale. Da questo momento scattano le indagini.

Dentro la vicenda

Le indagini svolte nei giorni successivi svelarono i retroscena macabri e oscuri di quell’ 11 dicembre. A causare la morte dei quattro non fu l’incendio, come inizialmente si pensava, ma diverse percosse inferte tramite l’uso di spranghe e armi da taglio. La prima vittima, Raffaella Castagna, fu colpita con una spranga diverse volte davanti la porta di casa per poi essere accoltellata e sgozzata. Morì a causa delle lesioni riportate alla testa. La seconda, Paola Galli, fu aggredita nel corridoio di casa, massacrata da sei coltellate e sei sprangate. La terza, Youseff, fu trovato senza vita sul divano del soggiorno a causa di un sanguinamento provocato da due ferite di arma da taglio, di chi una mortale, inferta sull’arteria della carotide. L’ultima, Valeria Cherubini, ricevette trentaquattro coltellate e otto colpi di spranga. Le lesioni riportate, però, non furono letali, tanto che le permisero di tornare al piano superiore. Nel tentativo di cercare aiuto, morì a causa dell’inalazione di monossido di carbonio. I rilievi della scientifica chiarirono che, a commettere gli omicidi furono due, di cui uno mancino, armati di spranga e di due coltelli, uno a lama corta e l’altro a lama lunga.

Le indagini

Nelle prime fasi, le indagini si concentrarono su Azouz Marzouk, marito di Raffaela Castagna e padre di Youseff a causa dei precedenti penali per spaccio di droga ma, dato che al momento dei fatti si trovava in Albania, quando venne interrogato dai carabinieri il suo alibi fu confermato. Successivamente, l’attenzione si spostò su due vicini dal comportamento insolito: Rosa Bazzi e Olindo Romano. I due, che all’epoca dei fatti erano vicini di Raffaella Castagna e con la quale ebbero dispute legali, non si mostrarono preoccupati né interessati con quanto accaduto nel loro condominio. Proprio questa indifferenza, desto sospetti agli inquirenti. Diversi indizi avvalorarono questa pista ma, quello che decretò il loro coinvolgimento nella vicenda fu un residuo ematico, l’unico, rinvenuto nell’auto dei coniugi. Per la difesa si tratta di contaminazione, mentre l’accusa sostenne che proprio quell’unica traccia testimoniava un errore svolto nella fase di pulizia messa in atto dai due.

La condanna

I coniugi furono fermati l’8 gennaio 2007 e arrestati, a seguito di un lungo interrogatorio, il giorno seguente. Olindo Romano fu accusato di omicidio plurimo pluriaggravato mentre Rosa Bazzi, sua moglie, di concorso. Tanti furono i processi e i ricorsi che seguirono e fondamentale fu la testimonianza di Mario Frigerio, il superstite della strage, il quale riconobbe in Olindo il proprio aggressore. Il 3 maggio 2011 la condanna di ergastolo verso i due coniugi diventa definitiva.

Due date chiave

Il 1 marzo 2024 sancisce una data importante per Rosa e Olindo: si tiene l’udienza sull’istanza di revisione del processo, poi rinviata per volontà della difesa della coppia, con l’obiettivo di avere una giusta preparazione alle domande del pg e dell’avvocato generale i quali hanno obiettato le nuove prove presentate dai legali di Bazzi e Romano. A pochi mesi di distanza, il 10 luglio 2024, i giudici della Corte di Appello di Brescia rigettano l’istanza di revisione: i due restano condannati all’ergastolo.

Oggi: gli sviluppi

Il 25 marzo 2025: arriva la svolta decisiva. La Cassazione scrive il capitolo finale di una storia durata 19 anni. Rosa e Olindo restano in carcere a vita. I Supremi giudici hanno rigettato il ricorso presentato dai difensori della coppia contro la decisione della Corte d’Appello di Brescia che, pochi mesi prima, aveva negato l’istanza di revisione della sentenza.

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