Svelato il mistero della mummia di Atacama grazie al Dna: un alieno? #alieni

Dopo due decenni è stato svelato il mistero della mummia di Atacama. Era il 2003 quando fu ritrovato un piccolo scheletro mummificato di appena 15,5 cm, nei pressi di una chiesa abbandonata nel deserto cileno di Atacama. Era conservato all’interno di una borsa di pelle a sua volta messo in una stoffa bianca con un fiocco rosa. Per la sua conformazione minuscola ma soprattutto per il suo cranio allungato e con la forma di un cono così sproporzionato rispetto al corpo si era da subito pensato fosse un alieno. In più aveva solo 10 paia di costole invece che 12 e 20 vertebre invece che 24, cavità oculari molto più grandi. Ata, così era stata soprannominata, è rimasta così un mistero per anni e anni. Ora però è chiaro che si tratta dei resti di un feto umano con malformazioni congenite. Una bambina nata morta non più di 500 anni fa. Nel suo Dna sono state trovate mutazioni, molte mai descritte prima.

Così svelano finalmente i ricercatori della Stanford University, guidati da Garry P. Nolan.  Lo stesso Nolan a decretare già nel 2013 aveva dichiarato che si trattava di un feto umano e non un extraterrestre. Si è poi stabilite che il corpino aveva origini del posto con antenati europei, proprio per questo la piccola mummia non può essere più vecchia di 500 anni proprio perché risale all’epoca successiva alla colonizzazione. In quell’anno però non era ancora chiaro il perché della sua forma così fuori dal comune e restava da spiegare soprattutto perché un corpo così minuscolo aveva caratteristiche simili alle ossa dei bambini di sei-otto anni.

Con analisi successive sono state trovate 54 mutazioni nel materiale genetico, tra cui alcune legate proprio allo sviluppo dello scheletro.

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