Gli italiani ogni anno devono far fronte ad un numero non indifferente di tasse da pagare, e una delle più recenti introdotta ormai qualche anno fa è la TARI, la tassa sui rifiuti che rientra nella cosiddetta Iuc (Imposta unica comunale). La TARI riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e viene applicata a chiunque sia proprietario (o inquilino) di un’abitazione con un calcolo che comprende il numero di persone all’interno del nucleo familiare e l’ampiezza dell’immobile.
Nonostante venga offerta la possibilità ai cittadini di pagarla, nel corso dell’anno, in due rate, trattandosi di una tassa da pagare, difficilmente può essere amata dai cittadini. E ancor meno lo sarà adesso che, attraverso un articolo pubblicato da Repubblica, è stato messo in luce un errore commesso da molti comuni, che potrebbe aver costretto milioni di italiani a pagare più di quanto dovuto.
Come già detto la Tari, introdotta nel 2014, è la tassa del comune che riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e deve essere pagata dalle aziende e da chiunque sia in possesso di un immobile. Il calcolo della tassa avviene prendendo in considerazione una quota fissa, che dipende dai metri quadrati dell’immobile e una quota variabile che riguarda il numero di componenti del nucleo familiare.
L’errore commesso sarebbe stato riscontrato proprio nella quota variabile. Questa, secondo la legge, deve essere applicata una sola volta, a prescindere dal numero di pertinenze (garage, cantine, posti auto ecc.), mentre invece molti comuni, per errore, avrebbero applicato la quota variabile tante volte quante sono le pertinenze. Se già un errore era stato denunciato nel 2014 da IlSole24Ore, solo in questi giorni c’è stata un’interrogazione parlamentare del deputato Giuseppe L’Abbate, del Movimento 5 Stelle rivolto al sottosegretario all’Economia, Pier Carlo Baretta.
Durante il question time, è stato fatto un esempio piuttosto chiaro. Per una famiglia composta da quattro persone con un’abitazione di 150 metri quadrati, suddivisi in 100mq di casa, 30mq di garage e 20mq di cantina, la TARI si calcola prendendo in considerazione la quota fissa sommata una sola volta alla quota variabile, a prescindere dal numero di pertinenze.
Per i comuni che hanno commesso l’errore, invece, la quota variabile è stata sommata tante volte quanto sono le pertinenze, provocando un inevitabile aumento della Tari che in alcuni casi è quasi raddoppiata facendo pagare più del dovuto. Tra i comuni interessati sono stati citati Milano, Genova, Napoli, Catanzaro e Ancona, ma molti altri potrebbero aver commesso il medesimo errore.
Il Movimento difesa del cittadino ha già deciso di prendere provvedimenti creando lo sportello SOS Tari, che permetterà a cittadini di scoprire se il comune di appartenenza ha commesso l’errore nel calcolo della tassa sui rifiuti, provvedendo a chiedere un rimborso in caso affermativo.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.