Il caso Cambridge Analytica e il datagate che ne è derivato, mettendo in evidenza la raccolta dati che ha coinvolto decine di milioni di profili Facebook ha ancora una volta messo in luce le criticità legate ad un fenomeno come quello della condivisione dei dati che ha senza dubbio dei lati oscuri e che ci espone inevitabilmente a rischi potenzialmente enormi, soprattutto se le informazioni sensibili non vengono protette in maniera adeguata.
In un mondo sempre più connesso in cui non si può fare a meno dei più comuni strumenti di comunicazione, si rende necessario affidarsi a servizi che riescano ad offrire una sicurezza adeguata per evitare di mettere a rischio la propria privacy e sicurezza online. Telegram Messenger, la popolare app di messaggistica nata in Russia, ha basato il suo successo proprio sugli alti standard di sicurezza assicurati, tra l’altro, dalla crittografia end-to-end. Ma esiste l’altra faccia della medaglia, evidenziata dai ricercatori di Check Point Software, che rivela come proprio Telegram stia diventando sempre più la meta preferita di hacker e cyber-criminali di mezzo mondo.
Un tempo le attività criminali online venivano organizzate esclusivamente attraverso il dark web, dove il controllo delle autorità era reso complicato dall’uso di software pensati per mantenere l’anonimato degli utenti. Secondo gli esperti di sicurezza di Check Point Software Technologies, la situazione oggi sarebbe cambiata, tanto da spingere sempre più cyber-criminali ad affidarsi a servizi come, appunto, l’app di messaggistica Telegram per organizzare le proprie attività illecite.
Telegram Messenger è nato nel 2013 come app di messaggistica che puntava ad essere un’alternativa al più popolare WhatsApp, e in effetti la crescita è stata imponente, tanto da raggiungere i 200 milioni di utenti attivi. Alla base dell’esperienza offerta da Telegram c’è la sicurezza, grazie alla crittografia end-to-end che rende impossibili da intercettare le comunicazioni, aprendo così le porte a possibili comportamenti illeciti.
Ed è proprio quello che hanno messo in evidenza i ricercatori di Check Point Software Technologies, che hanno scoperto numerosi canali all’interno dei quali vengono condotte attività criminali di ogni genere. Questo sarebbe reso possibile dalla semplicità d’uso e dai livelli di sicurezza offerti dall’app. Non c’è da stupirsi, quindi, se tra i canali scovati dagli esperti di sicurezza sono presenti realtà in cui viene venduta merce contraffatta, esistono compravendite di dati sensibili, vengono reclutati partner per attività illecite, ma avvengono anche scambi di materiale illegale e persino la vendita di documenti falsi.
Del resto, di recente, Telegram è finito al centro dell’attenzione per la decisione delle autorità russe di bloccare l’accesso al servizio in Russia, dopo che i vertici dell’app hanno scelto di non fornire le chiavi di accesso per la decriptazione delle comunicazioni tra gli utenti.
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