L’inquinamento ambientale che ormai da troppo tempo continua ad essere un problema che necessita di interventi normativi, negli ultimi anni ha raggiunto livelli preoccupanti e non è un caso se i livelli di smog nelle principali città italiane, di recente, abbiano raggiunto picchi preoccupanti. Non a caso di recente sono stati presi provvedimenti che hanno, come intento, quello di ridurre i consumi registrati dai riscaldamenti che, soprattutto nei periodi freddi, contribuiscono ad incrementare i consumi energetici e, quindi, avere un impatto negativo sull’ambiente.
Il 30 giugno scorso, ad esempio, è entrata in vigore una legge che obbliga i condomini dotati di riscaldamenti centralizzati, di dotare ogni termosifone di termovalvole per registrarne i consumi effettivi. Ma sono proprio queste termovalvole ad essere finite sotto accusa negli ultimi giorni, in quanto potrebbero essere responsabili di costi maggiori rispetto ai consumi effettivi in ogni appartamento, un problema che rischia di pesare sulle tasche dei consumatori.
A puntare i riflettori su questo problema è il Salvagente, la nota rivista mensile dedicata ai consumatori, che ha pubblicato una interessante inchiesta che mette in luce quanto appena descritto. Tutto è iniziato dalla lettera inviata da un cittadino, che durante il periodo di riaccensione dei riscaldamenti, in vista del periodo invernale, ha notato che i suoi termosifoni avevano registrato un consumo sospetto anche durante il periodo estivo, quando ancora erano spenti.
Secondo i dettagli trapelati, il lettore aveva notato 315 scatti che, sulla bolletta, avrebbero generato un costo pari a circa €30. Attraverso ulteriori approfondimenti, il magazine ha deciso di effettuare una serie di test con la collaborazione di un esperto, scoprendo il motivo alla base del “difetto”. Sembra infatti che le termovalvole funzionano registrando la differenza di calore che esiste tra l’ambiente circostante e il radiatore.
Quando il termosifone viene esposto ai raggi del sole, riscaldandosi, la termovalvola viene attivata registrando un consumo che, effettivamente, non c’è stato. Per ovviare al problema, l’unica soluzione sarebbe azzerare le termovalvole prima dell’attivazione nel periodo invernale, ma perché ciò avvenga è necessario l’intervento delle aziende alle quali è affidata la gestione.
Il consiglio è quindi di controllare con attenzione i consumi registrati dai radiatori in casa e segnalare eventuali anomalie all’amministratore di condominio pretendendo l’azzeramento dei dispositivi per evitare di pagare somme consumi inesistenti che possono alleggerire la bolletta.
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