Uber Taxi a Torino entro fine 2018. Ma le polemiche non mancano

Il 2018 è stato un anno importante per Uber, il colosso statunitense che consente di prenotare veicoli con autista in 600 città sparse per 35 paesi del mondo. In particolare è stato l’anno della svolta. L’azienda era stata investita da tante polemiche e accuse pesanti, tanto da portare il co-fondatore e CEO, Travis Kalanick a fare un passo indietro, lasciando il posto a Dara Khosrowshahi.

Sotto la guida del nuovo Amministratore Delegato, Uber ha deciso di ripartire con un nuovo spirito, sempre puntando all’espansione globale, ma in maniera più collaborativa e meno aggressiva rispetto al passato. E un nuovo passo in questa direzione sembra essere l’annuncio fatto in questi giorni. Il colosso statunitense è pronto a tornare in Italia, partendo da Torino con il nuovo servizio Uber Taxi, che debutterà entro fine anno.

L’esperienza di Uber in Italia non è stata delle più felici. Il servizio di trasporto gestito da Uber attraverso la sua app non è stato accolto in maniera positiva negli anni passati. E dopo scioperi e manifestazioni da parte dei tassisti, la guerra si è spostata in tribunale dove Uber ha perso.

A distanza di mesi, Uber ha deciso di riprovarci, scegliendo questa volta di collaborare con i tassisti. Nasce così Uber Taxi, il nuovo servizio che inizierà ad essere sperimentato entro la fine del 2018. Si partirà da Torino, una delle città in cui l’azienda è stata contestata maggiormente.

Il funzionamento di Uber Taxi dovrebbe essere simile a quello di altre piattaforme già esistenti, come MyTaxi. I clienti potranno usare l’app per prenotare una corsa. Ma a rispondere saranno gli autisti dotati di regolare licenza prevista dalla legge, che potranno decidere se accettare o meno la chiamata. La corsa si pagherà sempre tramite carta di credito, prepagata o PayPal e Uber Taxi tratterrà solo una piccola percentuale.

L’obiettivo è quello di migliorare il sistema di trasporto per una città più smart e pulita. E non è difficile immaginare che, da Torino, il servizio possa poi estendersi ad altre città italiane.

Ma il ritorno di Uber a Torino inizia già a scatenare i primi malumori. Massimo Zappaterra, Presidente del comitato Federtaxi Piemonte, ha dichiarato:“Con Uber siamo stati in guerra fino a poco tempo fa, non ci fidiamo di loro e non accetteremo accordi, neppure se fossero molto convenienti. Ad oggi lavoriamo con una cooperativa e due srl: una di queste è Mytaxi che chiede una percentuale sulla corsa pari al 7 per cento. Anche nel caso in cui Uber abbassasse la percentuale io e altri miei colleghi continueremmo a rifiutare qualsiasi collaborazione. Le promesse può farle chiunque, ma il passato non si cancella. Chiedere scusa ora ha poco senso, abbiamo perso molti soldi tra scioperi e cause in tribunale. Uber ci ha fatto solo patire”.

Non resta che attendere il lancio del servizio per scoprire cosa accadrà.

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