Gli Stati Uniti d’America, di già in grosse difficoltà a cause della rapida diffusione del Coronavirus e del consequenziale incremento del numero dei decessi, sono stati ulteriormente colpiti da un’altra calamità naturale, non affatto nuova sul suolo americano: i tornado.
Nelle ultime 48 ore infatti diversi tornado si sono abbattuti sulla zona meridionale del paese, causando decine di morti (al momento se ne contano già più di trenta) e la distruzione di diverse migliaia di abitazioni. Invece i “più fortunati”, ossia coloro le cui case non sono state rase al suolo da queste tempeste, sono rimasti privati della fornitura di elettricità, con tutti i disagi che una situazione del genere ovviamente comporta.
Le immagini forniteci dai media americani sono davvero molto forti, rendendoci testimoni di scene ai limiti delle narrazioni apocalittiche tanto care ai registi di Hollywood. Immense porzioni di territorio rese irriconoscibili dal fango e dalle frane crollate a valle, case sventrate, automobili capovolte e persone disperate in cerca di riparo (con tanto di mascherina di protezione contro il Coronavirus).
Ed è proprio la triste tempistica di questi tornado a rendere la situazione ancora più critica. È chiaro infatti che l’emergenza che gli Stati del Sud stanno affrontando trasforma in una missione pressocchè impossibile il rispetto delle regole volte a rallentare i contagi del Covid-19. Di conseguenza Kay Ivey, governatore dell’Alabama, ha deciso di annunciare ai propri cittadini la sospensione delle misure di distanziamento sociale.
Questa appare di certo una scelta tanto sofferta quanto inevitabile, in quanto se è vero da un lato che vi saranno con ogni probabilità ripercussioni negative in termini di numero di contagi, è altrettanto vero dall’altro che sarebbe impensabile chiedere alla popolazione di conformarsi alle social distancing rules in un contesto in cui le priorità sono quelle di trovare un posto per dormire e un modo per mangiare.
Sarà sicuramente molto difficile per le autorità trovare un adeguato bilanciamento tra queste due esigenze contrapposte, entrambe enormemente allarmanti e impellenti. Risulta essere questa molto probabilmente una delle sfide più ardue che gli Stati Uniti si trovano di fronte negli ultimi 20 anni, ed è dunque il momento che tutta la nazione offra il massimo supporto per andare oltre questo ostacolo.
Per raggiungere tale obiettivo risulta indispensabile, al di là delle sfere di competenza e autonomia spettanti ai singoli Stati, un intervento deciso e tempestivo da parte della Casa Bianca, la quale negli ultimi anni, sotto la gestione targata Trump, ha spesso perso tempo dilungandosi in infantili duelli personali e giochi di potere.
Il Presidente è ora, a pochi mesi dalla scadenza del suo primo mandato, ad un compito che richiede la massima responsabilità e serietà. L’auspicio di tutti noi è che egli se ne dimostri all’altezza.
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